Il “grazie” di Roma per la canonizzazione di madre Vannini

All’indomani della Messa del Papa in piazza San Pietro, il 14 ottobre la celebrazione con il cardinale De Donatis a San Giovanni; quindi gli appuntamenti con i vescovi ausiliari

Quattrocento anni dopo la canonizzazione di santa Francesca Romana, il 13 ottobre sale all’onore degli altari un’altra donna «tutta romana»: madre Giuseppina Vannini, che Francesco proclamerà santa insieme al cardinale Newman e ad altri tre beati durante la Messa in piazza San Pietro. A definire così la fondatrice delle Figlie di San Camillo è la postulatrice generale della congregazione, suor Bernadete Rossoni. Santa della sanità, nata, vissuta e morta nella Capitale, madre Vannini ha una storia intrecciata a doppio filo con quella della città e della diocesi di Roma, dei suoi poveri, dei suoi ammalati e carcerati. Qui, nel 1892, insieme al beato padre Luigi Tezza, fonda la nuova famiglia camilliana, riconosciuta con un decreto ufficiale come congregazione delle “Figlie di San Camillo” nel 1909. E per la sua canonizzazione la Chiesa di Roma ringrazia e prega, in diversi luoghi della città legati alla vita della santa.

Il primo appuntamento è all’indomani della canonizzazione, lunedì 14 ottobre alle 16.30 a San Giovanni in Laterano, con la celebrazione presieduta dal cardinale Vicario Angelo De Donatis. Martedì 15 la preghiera di ringraziamento si sposta nella basilica di San Camillo, al cui carisma l’opera di madre Vannini è strettamente legata: alle 18 la Messa presieduta dal vescovo ausiliare del settore Centro Daniele Libanori. A Sant’Andrea delle Fratte, dove la piccola Giuditta Adelaide Agata – questo il suo nome – fu battezzata nel 1859, si prega martedì 16 alle 18 con il vescovo Paolo Ricciardi, delegato per la pastorale sanitaria nella diocesi. L’ultimo appuntamento infine sabato 19, nella cappella dell’ospedale intitolato a madre Vannini, in via di Acqua Bullicante 4 – dove da oltre 100 anni le sue “figlie” prestano il loro servizio ai malati -, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo ausiliare per il settore Est Gianpiero Palmieri, alle 16.

Oggi sono circa 800 le suore professe della congregazione, presenti in 23 Paesi di 4 continenti. Seguendo il carisma di san Camillo vissuto dai loro fondatori, si dedicano all’assistenza sul piano professionale e spirituale in ospedali, lebbrosari, case di riposo e di cura. Soprattutto, continuano a professare, in aggiunta ai tre voti religiosi, quello di non lasciare mai i malati, neanche quelli infettivi. «Il malato è al centro di tutto – sottolinea suor Bernadete Rossoni -: madre Vannini si fa vera madre, come se ogni malato fosse l’unico figlio infermo, insegnando con una teologia pratica e immediata che “la sofferenza è vinta soltanto dall’amore”».

10 ottobre 2019