Il Giovedì Santo del Papa a Casal del Marmo

L’ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane don Grimaldi: «La scelta di Francesco ha il sapore della prossimità». Laverà i piedi ai giovani di 12 diverse nazionalità. «Come un padre amorevole», lancerà un appello a «non abbandonare questi ragazzi spesso disorientati»

Papa Francesco ha scelto l’Istituto per i minori di Casal del Marmo, alle porte di Roma, per celebrare la Messa in Coena Domini, nel Giovedì Santo, con il rito della lavanda dei piedi. Un ritorno, per lui, a 10 anni da quella prima celebrazione da pontefice, nel 2013. Una scelta che, per don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri d’Italia, «ha il sapore della prossimità, per sensibilizzare la società, le istituzioni e la politica con l’intento di orientare le coscienze verso risposte concrete di alleanze educative, perché, spesso, i giovani hanno a disposizione modelli sbagliati».

Dal sacerdote, «commosso per il gesto di amore e di misericordia» che il Papa rivolge verso le periferie esistenziali della vita intramuraria dei giovani, un grazie a lui ma anche all’istituto romano che lo accoglierà. «Papa Francesco – rileva – vuole ripetere un gesto di profonda umanità, carità e vicinanza in un carcere di Roma e ha scelto l’Istituto di Casal del Marmo per incontrare i ragazzi, giovani bisognosi di affetto, di tenerezza e di ascolto. Mi viene in mente – aggiunge – l’immagine affettuosa del nonno che va ad abbracciare i suoi nipotini – senza mancare di rispetto al Santo Padre – che gridano il loro dolore e sanno di non di essere giudicati per i loro errori, ma per offrirgli l’incoraggiamento e l’invito a non perdere mai la speranza».

Il pontefice, riflettore ancora l’ispettore generale dei cappellani, «si inginocchierà davanti a loro nel gesto di chiedere scusa a nome di una parte di società che li ha illusi, sedotti e poi abbandonati. Laverà i piedi ai 12 giovani di diverse nazionalità nel segno solidale della fratellanza, un invito a dir loro che “siamo fratelli” con l’incoraggiamento a riprendere in mano la bellezza della loro vita». E ancora: «Come un padre amorevole, Papa Francesco si inginocchierà davanti ai giovani reclusi per lanciare un appello alle istituzioni a non abbandonare questi ragazzi fragili che molte volte sono soli, smarriti e disorientati, senza punti di riferimento. Non hanno il calore delle loro famiglie, sono schiacciati dagli errori commessi e portano nel cuore il grido della sofferenza e della rabbia – osserva -. Papa Francesco asciugherà i piedi bagnati dei ragazzi con la tovaglia della misericordia come gesto solidale di una umanità che non giudica, non condanna, non innalza muri di difesa e di esclusione».

Nelle parole di don Grimaldi, «il vero obiettivo della giustizia non è quello di punire e reprimere, ma l’invito a chi ha sbagliato a ricostruire legami spezzati. È necessario aiutare i ragazzi sbandati e soli a incarnare una giustizia riparativa, che metta al centro il dolore e la sofferenza della vittima». Inginocchiato davanti a loro, «Papa Francesco bacerà i loro piedi così come ha fatto Gesù; il bacio non è quello di chi tradisce, al contrario, è il bacio della tenerezza di Dio dell’accoglienza; è il bacio amico di chi vuole rialzare i giovani caduti nella rete del male». Contrastare il disagio giovanile infatti «vuol dire rimettere al centro la persona, promuovere la risorsa di ciascuno, sostenerla attraverso la scuola, l’arte la musica lo sport in favore di un sostanziale inserimento sociale che avviene con il lavoro».

5 aprile 2023