Giornalisti dei media cattolici, editori e responsabili della comunicazione nella Chiesa provenienti da quasi 30 Paesi si sono dati appuntamento a Lourdes per le “Giornate internazionali San Francesco di Sales“, iniziate ieri, 30 gennaio. Un evento organizzato dal dicastero vaticano per la Comunicazione, dalla Federazione dei media cattolici e dall’organizzazione Signis. E proprio il prefetto del dicastero vaticano Paolo Ruffini ha evidenziato, nella giornata di apertura, che «il buon giornalismo deve essere sempre una ricerca costante della verità»: essere «cercatori di verità» è la sfida che attende i mezzi di comunicazioni cattolici. «Esercitare nel giornalismo l’arte di vedere prima di raccontare», di «comprendere prima di riassumere», di «saper vedere oltre l’apparenza». In sintesi, si tratta di «vedere cose che altri non vedono, raccontare cose che altri non raccontano, capire i segni dei tempi, mettere in rete quello che altri scartano, vincere l’indifferenza interpellando, interrogando».

Spesso, ha evidenziato Ruffini, «il giornalismo viene viziato da false convinzioni o da pregiudizi. Le convinzioni servono se hanno una radice di verità, e ci portano fuori strada se hanno una radice di menzogna. Il nostro giornalismo, a volte, rimane troppo, troppo, nella superficie», è la denuncia del prefetto, secondo cui «un giornalista cattolico, cristiano, deve sempre cercare di ricomprendere l’unità del reale». Quindi, a proposito dello sguardo cristiano nel giornalismo, ha rimarcato l’impegno a «provare a capire che cosa tiene insieme le cose».

31 gennaio 2019