Il Garante a Rebibbia per presentare lo sportello per i detenuti

Stefano Anastasìa nella terza casa circondariale per illustrare, nell’area verde, il progetto a tutela dei diritti, in collaborazione con l’università Roma Tre

La terza casa circondariale di Rebibbia, a Roma, ha accolto ieri, 16 settembre, il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasìa, intervenuto per presentare gli sportelli per i diritti dei detenuti negli istituti penitenziari, il progetto di integrazione tra Garante – espressione del Consiglio regionale, che lo ha istituito nel 2003 -, università e associazioni qualificate, per il rafforzamento degli strumenti di tutela dei diritti dei detenuti.

Accanto ad Anastasìa, Dario Di Cecca, responsabile per il polo di Rebibbia del dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tre, università che ha sottoscritto il protocollo d’intesa con il Garante, varato lo scorso 16 luglio in Consiglio regionale. La delegazione è stata accolta dalla direttrice della terza casa circondariale di Rebibbia Annamaria Trapazzo e dal suo staff, prima di andare nell’area verde a illustrare lo sportello ai detenuti presenti nell’istituto: tossicodipendenti non attivi non sotto terapia.

Nelle parole del Garante, si tratta di «un servizio che abbiamo voluto promuovere per garantire una continuità di comunicazione tra l’ufficio del Garante e i detenuti, mettendo in rete esperienze e professionalità qualificate già sperimentate, come quelle dell’università Roma Tre che assicurerà la presenza in loco ogni due settimane di suoi volontari, studenti universitari assistiti da tutor esperti». Una presenza, quest’ultima, «particolarmente importante», soprattutto in un momento come questo in cui «l’emergenza Covid ha reso meno frequenti per i detenuti i contatti con i familiari, le associazioni e con gli stessi legali di fiducia».

In concreto, il progetto prevede l’attivazione di una rete di sportelli per l’informazione e l’orientamento delle persone detenute sui loro diritti, con particolare riferimento alle tematiche di competenza del Garante. Ad esempio, le condizioni di vita di vita in carcere, l’assistenza sanitaria, l’istruzione scolastica e universitaria, la formazione professionale, l’orientamento e l’inserimento lavorativo, l’accesso ai benefici e alle misure alternative alla detenzione e il sostegno al reinserimento sociale a fine pena. Gli sportelli, spiegano dall’ufficio del Garante, «svolgeranno un’attività di sostegno ai detenuti che ne faranno richiesta, per la risoluzione delle problematiche individuali, attraverso un’azione di informazione e ausilio nella redazione di istanze a firma propria e comunicheranno al Garante i casi in cui sia necessario interloquire con i responsabili delle amministrazioni pubbliche e/o le autorità competenti nella risoluzione della problematica rappresentata dal detenuto».

Nelle scorse settimane Anastasìa è andato a illustrare il progetto negli istituti penitenziari di Rebibbia femminile, Regina Coeli, Viterbo, Rieti, Civitavecchia. Lunedì 21 settembre sarà la volta di Frosinone e Cassino; il 23 andrà a illustrare il progetto nella casa di reclusione di Rebibbia.

17 settembre 2020