Bambini e ragazzi che si avvicinano all’ingresso della Stazione Termini, , zainetto in spalla, come in un normale giorno di scuola. All’improvviso, il suono di una sirena, di un allarme che sferza la normalità. I bambini si fermano, si accovacciano a terra e si coprono con un telo che hanno tirato fuori dallo zainetto, come a proteggersi da un pericolo imminente.  Sui teli, alcune delle migliaia di impronte raccolte in tutta Italia nell’ambito della campagna “Stop alla guerra sui bambini” promossa da Save the Children in occasione del suo centenario, a rappresentare il simbolo di una mano che si oppone alla guerra. È iniziato così questa mattina, 20 novembre, il flash mob organizzato da Save the Children con il supporto di Grandi Stazioni, per la Giornata mondiale dell’infanzia, nei 30 anni della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Protagonisti: 80 bambini e ragazzi del liceo Vittorio Gassman e dell’Istituto comprensivo Alberto Manzi di Roma, coinvolti nei progetti UndeRadio e Fuoriclasse di Save the Children. A produrre il suono stridente della sirena che rievoca i bombardamenti nei conflitti, i violini e i violoncelli dell’Orchestra “I Giovani Musici” di Roma: 25 giovanissimi musicisti, allievi della Scuola di Musica “L’Insieme”, che dopo aver fatto cessare il suono della sirena hanno danno spazio alle note di “Imagine” di John Lennon, per immaginare un mondo senza più guerre e senza più sofferenze per i bambini.

L’obiettivo dell’iniziativa era quello di sensibilizzare i passanti sulle devastanti conseguenze dei conflitti sulla vita dei minori. Oggi nel mondo, sottolineano dall’organizzazione, 420 milioni di piccoli – 1 su 5 – vivono in aree colpite dai conflitti e solo nel 2017 più di 10mila bambini sono rimasti uccisi o mutilati a causa dei bombardamenti, mentre si stima che almeno 100mila neonati muoiano ogni anno per le cause dirette e indirette delle guerre, come malattie e malnutrizione. Almeno 27 milioni di minori sfollati per via delle guerre, inoltre, non hanno più accesso all’educazione. Siria e Yemen alcuni dei Paesi in conflitto in cui i bambini sono costretti ad affrontare le peggiori condizioni. In Siria, dove la guerra è in corso ormai da più di 8 anni e mezzo, le recenti escalation nel nord-est hanno già provocato la fuga di oltre 74mila minori, mentre nel conflitto che dal 2015 continua a sferzare lo Yemen più di 7.500 bambini hanno già perso la vita o sono rimasti feriti e più di 11 milioni hanno bisogno di protezione.

In tutta Italia, migliaia di persone si sono unite alla campagna per dire “Stop alla guerra sui bambini” «con un gesto semplice ma dal forte valore simbolico: quello di una mano che si oppone alle devastanti conseguenze dei conflitti sui minori», spiegano dall’organizzazione. Oltre 12mila le impronte raccolte nei mesi scorsi su tutto il territorio nazionale, alcune delle quali protagoniste sui teli utilizzati dai bambini durante il flash mob, grazie allo straordinario impegno dei tantissimi volontari, dei ragazzi e delle ragazze del Movimento Giovani per Save the Children SottoSopra, del progetto CivicoZero, dei Punti Luce e delle tantissime scuole partner che aderiscono al progetto Fuoriclasse di Save the Children.

20 novembre 2019