Il Festival e la veglia: l’ottobre missionario di Roma

Il 15 ottobre dalle 15 un pomeriggio di animazione e testimonianze, quindi la preghiera con il vescovo Ambarus e la consegna del mandato a 18 religiosi

“Di me sarete testimoni”. Questo il versetto tratto dagli Atti degli Apostoli che dà il tema alla Giornata missionaria mondiale di quest’anno. Un appuntamento che la diocesi di Roma celebra sabato 15 ottobre, con la tradizionale veglia di preghiera in programma alle 18.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità e per i Migranti. A precederla, la novità del “Festival missionario”: un pomeriggio di animazione, con le testimonianze di chi annuncia il Vangelo in giro per il mondo, a partire dalle 15 nel cortile del Palazzo Lateranense. Promosso dal Centro missionario diocesano con la Consulta diocesana degli istituti religiosi missionari e con l’Equipe Efim, l’evento vedrà anche la partecipazione della band 70volte7; sarà inoltre allestita una mostra missionaria mentre sotto i portici del cortile verranno disposti gli stand di realtà impegnate nei cinque continenti. Durante la veglia poi sarà consegnato il mandato a 18 religiose e religiosi appartenenti a diversi istituti, che nel corso dell’anno partiranno per la missio ad gentes.

«I doni ricevuti vanno condivisi. Un missionario non è altro che colui che va a condividere il dono della fede. E la cooperazione missionaria è sempre condivisione da entrambe le parti, scambio di fecondità reciproca», riflette il vescovo Ambarus. Negli ultimi trent’anni, rileva, «i missionari ad gentes sono purtroppo in costante decrescita. La Chiesa è per sua natura missionaria; è necessario dunque un sussulto di missionarietà, perché una Chiesa che non ha missionari è una Chiesa sterile. Come ci insegna Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata missionaria 2022, “la Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre una Chiesa in uscita verso i nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane di confine, per testimoniare a tutti l’amore di Cristo”». Va in questa direzione il progetto di rilancio dei gruppi missionari. «Per quest’estate – annuncia il presule – stiamo preparando la ripartenza dei gruppi, in modo che possano fare esperienze di missione, per periodi brevi, in altri continenti. Senza dimenticare mai, però, che la missione è di tutti e su tutti i fronti, non solo ad extra ma anche ad intra. Se si va in Perú, ad esempio, è anche importante incontrare la comunità peruviana di Roma».

Per suor Elisa Kidane, che dirige il Centro missionario diocesano, il mese missionario «ogni anno è una novità, non è mai la ripetizione di quello precedente. Il Papa ci ricorda che la missionarietà non è mai protagonismo, ma è l’impegno a rendere conosciuta la Buona Notizia, che noi dobbiamo narrare con la nostra vita – riflette -. Ben venga, una volta l’anno, un mese missionario, che ci scuota dall’apatia e che ci inviti a prendere sul serio le parole di Francesco, che costantemente ci invita a uscire e ad incontrare l’umanità dolente». In questo ottobre missionario, suor Elisa invita a fare memoria anche del sacrificio di tanti laici, religiose, religiosi e sacerdoti, uccisi mentre portavano l’annuncio del Vangelo in contesti difficili. Il pensiero della direttrice del Centro missionario, comboniana, va in particolare alla consorella suor Maria De Coppi, uccisa a Chipene, in Mozambico, nella notte tra il 6 e 7 settembre scorso. «La morte di suor Maria ci ricorda che sono ancora tante le persone che soffrono e muoiono a causa di ingiustizie – le sue parole -, che tanto lavoro c’è ancora da fare, da parte di tutti. Papa Francesco, nel suo messaggio per questa Giornata mondiale, invita tutti noi a testimoniare la novità di Cristo, non solo i missionari».

11 ottobre 2022