Il “dopo pandemia” e la sfida della speranza

Il convegno organizzato da Lumsa, Bambino Gesù e Lev. Il segretario di Stato vaticano Parolin: «Abbiamo un debito educativo verso i minori»

I minori e il futuro. Questo il doppio binario su cui si è mosso ieri, 9 febbraio, il convegno organizzato dalla Lumsa in collaborazione con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e la Libreria editrice vaticana, sul tema “La cura del minore e la sfida della speranza dopo la pandemia”. Un appuntamento in vista della XXX Giornata mondiale del malato, che si celebra domani, 11 febbraio, al quale è intervenuto anche il segretario di Stato vaticano il cardinale Pietro Parolin. «Mi conforta leggere nel titolo del convegno il riferimento al “dopo pandemia” – le parole del porporato -: voglia il Signore che questa fase tanto attesa segni un ritorno a relazioni cariche di sincera umanità». Nella sua analisi, il «debito educativo» nei confronti dei minori, «che più degli adulti hanno subito le conseguenze nefaste della crisi pandemica. Riusciremo ad assolverlo – ha detto – offrendo loro proposte di senso autentiche e impegnative, che li aiutino ad orientarsi nella vita».

Il convegno è stato anche l’occasione per parlare del libro di Rossana Ruggiero “Il Bambino Gesù, un unicum nel panorama della sanità. La natura giuridica dell’ospedale”, uscito in prima pubblicazione nel 2019, per la Libreria editrice vaticana. «La speranza – ha commentato il responsabile editoriale Lev Lorenzo Fazzini – è un’idea così centrale della quale il mondo ha tanta sete. Domenica il Santo Padre in un’intervista ha detto che non ha una riposta al dramma del dolore innocente, sicuramente la fede ci da, se non una risposta, almeno una strada da percorrere. La pandemia sfida il pensiero e noi, come casa editrice, vogliamo provare a rispondere, con limitatezza delle nostre potenzialità, alla richiesta di un pensiero che sia all’altezza delle sfide di oggi».

A rappresentare l’Ospedale pediatrico della Santa Sede, la presidente Mariella Enoc, che ha espresso l’auspicio di inaugurare per la metà di marzo il Centro per le cure palliative del Bambino Gesù, che «per noi riveste un significato particolare, perché come dice Papa Francesco: quando non si può guarire, però si può sempre curare. Io – ha aggiunto – vorrei che questi bambini tornassero a domicilio e quello non fosse il luogo della fine della vita ma fosse il luogo di un passaggio». Ultimamente, ha riferito Enoc, «sono stati molti i bambini ricoverati, anche molti casi gravi e quindi anche noi abbiamo risentito di cosa abbia voluto dire sui bambini e sui minori il Covid-19. Oggi sembra che ne stiamo uscendo, la scienza deve progredire perché ha il vero potere di dare la speranza, non solo per la pandemia, ma per tutti i giorni, perché tutti i giorni qualcuno ha bisogno di sperare di poter guarire, di poter essere curato al meglio. Questo è il senso di questo incontrarci oggi».

10 febbraio 2022