Il “digiuno di Ninive” per chiedere la pace in Medio Oriente

L’invito del patriarca di Babilonia dei Caldei Luis Raphael I ai fedeli in occasione dell’astinenza dal cibo che precede la Quaresima

Il patriarca di Babilonia dei Caldei Luis Raphael I ha invitato tutti i fedeli a vivere l’astinenza dal cibo che precede la Quaresima per il dono della convivenza pacifica

Nel rispetto della loro tradizione liturgica, i cristiani caldei si preparano a osservare il cosiddetto “digiuno di Ninive” (Bautha d’Ninwaye), che precede di tre settimane quello quaresimale. Per tre giorni, a partire dal 18 gennaio, i caldei desiderosi di osservare questa pratica spirituale astenendosi dal cibo e dalle bevande dalla mezzanotte fino al mezzogiorno del giorno successivo, evitano di mangiare cibi e condimenti di origine animale. Nell’imminenza del digiuno, riferisce l’Agenzia Fides, il patriarca di Babilonia dei Caldei, Luis Raphael I Sako, ha invitato tutti i fedeli della Chiesa caldea a pregare e a vivere l’astinenza dal cibo per chiedere al Signore il ritorno della concordia e il dono della convivenza pacifica in Iraq e in tutta la martoriata regione del Medio Oriente.

La pratica del “digiuno di Ninive” si rifà al digiuno chiesto dal profeta Giona agli abitanti di quella città corrott, che sorgeva nell’area dell’attuale Mosul, oggi in mano ai jihadisti del Califfato islamico (Daesh). Quel digiuno, si legge nella Bibbia, commosse Dio e salvò la città  dall’annientamento. Nel comunicato diffuso dai media ufficiali del Patriarcato per suggerire ai fedeli le intenzioni con cui accompagnare il digiuno, il Primate della Chiesa caldea ricorda anche le parole di Sant’Efrem, che indicò in Giona e nel digiuno di Ninive il modello del pentimento sincero. L’Iraq, dichiara il patriarca, si trova alla prese con un «conflitto mortale», alimentato dal fanatismo religioso, e chiama tutti a preghiere e penitenze per chiedere la conversione e invocare la rinuncia di tutti alla violenza e alla guerra».

12 gennaio 2016