Il diario di Valerio in viaggio per i più poveri

Di lui restano alcuni testi, abbozzi, appunti, lettere, poesie e messaggi, in italiano e inglese, che sono stati raccolti in due volumi. Leggerlo significa rivivere l’entusiasmo di un ragazzo che tutti avremmo voluto conoscere

Valerio De Simoni, nato nel 1986 a Sydney da genitori romani, è vissuto fra Italia e Australia. Suo padre morì quando lui aveva due anni. Crescendo mostrò una formidabile carica d’energia. Appassionato di calcio, il cuore pulsante di gioia partecipativa, gli occhi aperti sul mondo. Con la meravigliosa forza della giovinezza, vide subito l’ingiustizia che regnava nel pianeta: poche nazioni a guidare la locomotiva, tutte le altre dietro ad arrancare nella miseria. Valerio credeva che si potesse rimediare allo squilibrio vergognoso della ricchezza: perché a chi tanto, a chi niente?

Bisognava entrare in azione. Eccolo quindi organizzare, insieme a due amici, l’impresa eccezionale, il sogno che molti fanno ma pochi realizzano: una spedizione attraverso tre continenti a bordo di “quad bike”, moto a quattro ruote capaci di muoversi su ogni terreno, con lo scopo di battere il primato mondiale di percorrenza della categoria, ma soprattutto cercando di raccogliere fondi da destinare allo sviluppo di due villaggi africani. Una volta trovati gli sponsor, i tre giovani partirono da Istanbul con il vento in poppa. Le foto che testimoniano la loro avventura li ritraggono felici fra deserti e sterrati, lanciati a tutta forza nella diffusione del messaggio ambientalista.

La tragedia si consumò il 13 marzo 2011 alla periferia di Lilongwe, capitale del Malawi, poco distante dal grande lago, il terzo dell’Africa, quando il quad del giovane esploratore venne investito da una macchina della polizia che stava inseguendo alcuni criminali in fuga. Valerio morì poche ore dopo sui cieli dello Zimbabwe. Aveva 25 anni. Di lui restano alcuni testi, abbozzi, appunti, lettere, poesie e messaggi, in italiano e inglese, che sono stati raccolti in due volumi: il primo, Real Love for the Turning World, pubblicato lo scorso anno a cura delle associazioni Valerio Daniel De Simoni di Sydney e di Roma; il secondo, Diari di viaggio, è uscito da poco per le edizioni di Luca Sossella (pp. 327, 18 euro).

Leggerlo significa rivivere l’entusiasmo di un ragazzo che tutti avremmo voluto conoscere: consapevole, appassionato, pronto a mettersi in gioco, percorso da una tensione esistenziale che lui, alla sua giovane età, già sapeva avrebbe dovuto misurarsi con gli altri e non richiudersi in se stessa, pena la sterilità e l’impotenza. La madre, Vittoria Pasquini, nella bellissima prefazione e nel commovente discorso pubblico che venne pronunciato nel Bronte Park di Sydney pochi giorni dopo la scomparsa del figlio, entrambi i testi leggibili in questo volume, ne ripercorre le tracce, dall’infanzia alla prima maturità.

Chi, come me, una volta l’ha vista in azione nell’insegnamento della lingua italiana ai migranti africani nella chiesa di San Saba sull’Aventino, sa come Valerio continui a vivere in lei e in tanti volontari che l’affiancano nell’opera di risarcimento che noi europei siamo chiamati a compiere nei confronti dei popoli più svantaggiati.

 

13 ottobre 2014