Il culto antico dell’Immacolata

Il mariologo Salvatore Perrella ritorna alle radici, che affondano nella riflessione patristica. La bolla di Pio IX nel 1854; tre anni dopo il monumento

Dalla riflessione patristica alle apparizioni di Lourdes, passando per le controversie teologiche del XIII e XIV secolo. È una storia articolata, animata da dispute e scandita da svolte significative, quella dell’Immacolata Concezione, il cui significato è espresso dal Catechismo della Chiesa cattolica: «Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento».

Un singolare privilegio, quello mariano, che affonda le sue radici in una storia di fede plurisecolare. «Il culto dell’Immacolata è antichissimo; le prime testimonianze sono rinvenibili già in Oriente – spiega padre Salvatore Perrella, mariologo e professore ordinario alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum –. Il popolo di Dio ha sempre creduto e affermato la santità di Maria ed è proprio questa l’intuizione che i Padri della Chiesa hanno approfondito in una prospettiva omiletica. Sant’Agostino, infatti, riconosce in Maria lo speciale privilegio ma solo nei termini di purezza». La teologia patristica non si interroga, quindi, sulla dimensione relativa al peccato della concezione di Maria, quanto piuttosto su un “sensus fidei” il cui fondamento è rintracciabile già nell’episodio dell’Annunciazione (Luca 1,26-37) in cui l’Angelo saluta Maria con l’appellativo «piena di grazia». Ma come armonizzare l’esigenza mariologica con l’assolutezza di Cristo, Redentore del genere umano? Un interrogativo cruciale che susciterà intensi dibattiti tra i teologi medievali della Scolastica, ponendosi al centro di una lunga disputa tra domenicani e francescani.

«A san Tommaso d’Aquino, grande esponente dell’ordine domenicano, premeva soprattutto affermare l’universalità del peccato originale e la necessità per ogni creatura di essere redenta da Cristo – commenta il mariologo -. I francescani invece erano più propensi a riconoscere il singolare privilegio mariano». Ed è proprio in campo francescano che si giunge a una svolta significativa. «L’intuizione – spiega ancora padre Perrella – venne al beato Duns Scoto, il quale elaborò il concetto di “redenzione preventiva”, secondo cui Maria è stata preservata dal peccato originale in virtù della sua maternità divina e messianica. Il battesimo di Maria infatti è la benevolenza di Dio che ha fatto in lei grandi cose». Una dottrina, quella formulata da Duns Scoto, destinata ad aprire e a spianare la strada alla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. È l’8 dicembre 1854 quando Papa Pio IX, dopo aver interrogato i vescovi di tutto il mondo, promulga la bolla “Ineffabilis Deus”, mediante la quale sancisce come la Vergine Maria sia stata «preservata intatta da ogni macchia di peccato originale» sin dal suo concepimento. Da allora, prosegue padre Perrella, «l’Immacolata è entrata ufficialmente nel rito, nella liturgia e nella dottrina della Chiesa cattolica. Un dogma che potremmo definire “ecologico”, ovvero relativo alla purezza e bellezza».

Altro grande impulso a tale verità di fede proviene dalle apparizioni di Lourdes (1858), dove la Vergine si presentò a santa Bernadette Soubirous come «l’Immacolata Concezione». Solo un anno prima, nel 1857, a Roma, in piazza Mignanelli, veniva inaugurato in suo onore, grazie al lavoro di 220 Vigili del fuoco, il monumento destinato a raccogliere in preghiera ogni 8 dicembre non solo il pontefice ma anche i tanti fedeli desiderosi di renderle omaggio. «È dal 1949 che i Vigili del fuoco di Roma hanno l’onore di deporre una corona di fiori tra le braccia della Vergine – spiega il dirigente vicario del Comando di Roma Maria Pannuti -. La tradizione vuole che sia il vigile più anziano, prossimo alla pensione, a salire sull’autoscala e a rendere memoria ai colleghi che in soli 30 minuti riuscirono a posizionare, grazie all’impiego di una macchina ideata dal pompiere Gioacchino Machi, la colonna sulla cui sommità svetta la statua mariana». Lavoro di squadra e grande senso di comunità: sono queste le cifre identificative del corpo civile che ogni anno «si impegna con gioia a prender parte a un grande momento di unione e incontro, ricco di emozioni e libero da fatica e stanchezza».

9 dicembre 2019