Il congedo di Francesco: «Il Messico sorprende sempre»

Al termine della Messa a Ciudad Juarez il Papa ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta: «I vostri figli sono i profeti del domani»

Al termine della Messa a Ciudad Juarez il Papa ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta: «I vostri figli sono i profeti del domani»

«Sono uomo: duro poco ed enorme è la notte. Ma guardo in alto: le stelle scrivono. Senza capire comprendo: anch’io sono scrittura e in questo stesso istante qualcuno mi sta decifrando». Il Papa ha scelto questa poesia, “Fraternità”, dello scrittore messicano Octavio Paz, per congedarsi dal Messico. «Usando queste belle parole, oso suggerire che quello che ci decifra e ci traccia la via è la presenza misteriosa ma reale di Dio nella carne concreta di tutte le persone, specialmente delle più povere e bisognose del Messico», il commento di Francesco al termine della Messa a Ciudad Juarez.

Poi il suo ritratto del dodicesimo viaggio internazionale: «La notte ci può sembrare enorme e molto oscura, ma in questi giorni ho potuto constatare che in questo popolo esistono tante luci che annunciano speranza; ho potuto vedere in molti dei suoi testimoni, in molti dei suoi volti, la presenza di Dio che continua a camminare in questa terra guidandoli e sostenendo la speranza; molti uomini e donne, con il loro sforzo di ogni giorno, rendono possibile che questa società messicana non rimanga al buio. Sono profeti del domani, sono segno di un’alba nuova».

«Che Maria, la Madre di Guadalupe
, continui a visitarvi, continui a camminare per queste terre, aiutandovi ad essere missionari e testimoni di misericordia e di riconciliazione», l’auspicio del Papa: «Non si può capire il Messico senza di lei», ha aggiunto a braccio. Poi il tributo allo Stato che lo ha ospitato, ancora a braccio: «Il Messico è una sorpresa, sorprende sempre! Mi sono sentito accolto, ricevuto dall’affetto, la festa, la speranza di questa grande famiglia messicana», le ultime parole di Francesco prima di intraprendere la strada del ritorno: «Grazie di avermi aperto le porte della vostra vita, della vostra nazione».

Subito prima, un’altra parentesi a braccio: «Molti uomini e molte donne, sulle strade, sollevavano i loro figli e me li mostravano: sono il futuro del Messico, prendiamoci cura di loro. Sono i profeti del domani, i profeti di un’alba nuova. In quei momenti avevo voglia di piangere, nel vedere così tanta speranza in un popolo che ha sofferto così tanto».

 

18 febbraio 2016