Il Censis fotografa le famiglie italiane

5,7 milioni le persone che vivono sole; oltre 6 milioni le donne capofamiglia. I bambini tra 4 e 10 anni si rivelano precoci digitali: quasi 1 su 2 connesso al web. I figli, moltiplicatori di consumi

Dedicato a “Convivenze, relazioni e stili di vita” il primo Rapporto Auditel-Censis sulle famiglie italiane, presentato ieri, 25 settembre, al Senato. Un’indagine che si fonda sulla ricerca di base Auditel, che 7 volte l’anno intervista, casa per casa, oltre 41 mila italiani: una “fotografia” originale della società e della sua evoluzione. In presa diretta. A iniziare dal dato di quei 5,7 milioni di persone che vivono sole, a cui si aggiungono 1,3 milioni che vivono con parenti o con altre persone con cui non hanno relazioni di coppia o genitoriali. Salito a 6,3 milioni il numero di donne con ruolo di capofamiglia, pari al 25,7% del totale delle famiglie. Oltre alle donne che vivono sole (capofamiglia per definizione) altre 2,9 milioni vivono in coppie con o senza figli, di cui ben 1,7 milioni assolvono da sole al ruolo di genitore. «Una straordinaria esperienza di esercizio della responsabilità femminile nel quotidiano di cui troppo poco si parla», si legge nel Rapporto. Le coabitazioni che includono anche persone senza legami di parentela sono 2,3 milioni. «Le ragioni? Molteplici, ma sarebbe un errore sottovalutare quelle economiche».

Le case degli italiani, evidenziano ancora i ricercatori, sono stracolme di elettrodomestici tradizionali o di ultima generazione. Oltre 43 milioni i televisori – ne possiede almeno 1 il 97,1% delle famiglie italiane – , contro 14 milioni di pc portatili (48,1%), 7,4 milioni di tablet (26,4%), 5,6 milioni di pc fissi (22,1%). Non solo: il 19,3% delle famiglie dispone di almeno un televisore connesso al web (smart tv o apparecchio tradizionale connesso al web con dispositivo esterno). I telefoni cellulari sono presenti in oltre il 95% delle famiglie, i telefoni fissi solo nel 60% circa. Dal Rapporto emerge poi che la connessione al web è ormai capillare e coinvolge anche gli anziani: l’82,2% delle famiglie italiane è connesse a internet e il 49,6% delle famiglie dispone di una connessione a banda larga ma c’è una «forte oscillazione territoriale», che penalizza il Sud, e «sociale», che penalizza chi ha un basso livello socioeconomico.

I minori sono autentici precoci digitali. Nella fascia d’età 4-10 anni il 17,6% ha il cellulare, il 6,7% utilizza il pc fisso, il 24,2% il portatile, il 32,7% il tablet e il 49,2% è connesso al web. «I nati dal 2000 in avanti sono il banco di prova tangibile degli effetti sociali, anche sulle relazioni familiari, dei nuovi strumenti tecnologici», si afferma. Allo stesso tempo, i figli sono «un formidabile moltiplicatore dei consumi»: le famiglie con figli sono quelle che più soffrono per le difficoltà economiche e il terzo figlio è in molti casi una delle determinanti della povertà. Tuttavia emerge con nettezza che la famiglia con figli ha una propensione al consumo maggiore. Le famiglie monogenitoriali sono le più in sofferenza sul piano economico.

Prevalente, in settori vitali della vita familiare di coppie con o senza figli, il potere decisionale dei maschi: in mano alle donne solo gli acquisti quotidiani e di elettrodomestici. Cresce tuttavia il peso dei figli nel caso di decisioni di spesa per i device informatici. Evidenziata nel rapporto anche la netta propensione a convivere con persone del proprio gruppo sociale, per livello di scolarità e per professione svolta. Le donne, più degli uomini, tendono a fare coppia con partner che svolgono attività professionali dello stesso livello. E sono più propense ad accettare uomini con minore capitale culturale. Vince su tutto l’omogeneità socio-economica e professionale delle coppie, in sintonia con una società dalla mobilità bloccata quasi per ceti.

Presente in tutte le famiglie, trasversalmente alla condizione socio-economica, o smartphone ma mai in fruizione collettiva. I nuclei familiari«sono alle prese con la formidabile potenza erosiva delle fruizioni individualizzate degli smartphon, che azzerano di fatto i momenti di aggregazione collettiva». Sono addirittura 28 milioni, poi, gli utilizzatori notturni che lo hanno eletto a inseparabile partner sin nel proprio letto. E ben 11,8 milioni indicano esplicitamente la fruizione sempre e ovunque dello smartphone sul web. «Per comparazione, pensando al televisore non si può non sottolineare la sua capacità di aggregazione e di generazione di convivialità nelle famiglie. Le tirate di qualche anno fa contro la tv accusata di distruggere la relazionalità rivelano, perciò, una volta di più, tutta la loro vuotezza retorico-moralistica. Nella maggior parte delle famiglie la tv aveva e ha ancora una fruizione prevalentemente collettiva».

La famiglia, è la sintesi, «ha cambiato pelle con l’evoluzione sociale: siamo passati dalla famiglia Spa, che combinava redditi e patrimoni, alla famiglia di cura garante di welfare informale e reddito per i componenti non autosufficienti e i figli precari, fino all’attuale rischio di una famiglia disintermediata, alle prese con le sfide che minacciano la relazionalità interna», ha affermato il presidente del Censis Giuseppe De Rita. Il Rapporto Auditel-Censis «ha messo sotto i nostri occhi la portata della sfida».

26 settembre 2018