Il celibato sacerdotale, «dono prezioso»

Il direttore editoriale del dicastero vaticano per la Comunicazione Tornielli interviene sull’uscita del libro sul sacerdozio a firma Ratzinger – Sarah, anticipata da Le Figaro. Il portavoce Bruni: la posizione di Francesco è nota

«Il celibato sacerdotale non è e non è mai stato un dogma. Si tratta di una disciplina ecclesiastica della Chiesa latina che rappresenta un dono prezioso, definito in questo modo da tutti gli ultimi pontefici». Andrea Tornielli, direttore editoriale del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, sceglie queste parole per commentare, in un editoriale pubblicato su Vatican News, le anticipazioni di Le Figaro in merito all’uscita in programma per il 15 gennaio in Francia di un libro sul sacerdozio a firma del Papa emerito Joseph Ratzinger e del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione del Culto divino. Di «dono per la Chiesa» ha parlato anche il portavoce vaticano Matteo Bruni, rispondendo, nella giornata di ieri, 13 gennaio, alle domande dei giornalisti in materia. «La posizione del Santo Padre sul celibato è nota», ha affermato. Quindi, ricordando le parole pronunciate da Francesco sul volo di ritorno da Panama, proprio con i giornalisti al seguito, ha ricordato che «nel corso della conversazione il Papa ha affermato: “Mi viene alla mente una frase di san Paolo VI: Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato”.. E aggiungeva: “Personalmente penso che il celibato sia un dono per la Chiesa. Io non sono d’accordo di permettere il celibato opzionale, no. Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nelle località più remote: penso alla Isole del Pacifico. Quando c’è necessità pastorale, lì, il pastore deve pensare ai fedeli”».

Nel suo editoriale, Tornielli ricorda la scelta della Chiesa cattolica di rito orientale, che «prevede la possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati» ed «eccezioni – aggiunge – sono state ammesse anche per la Chiesa latina proprio da Benedetto XVI nella Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, dedicata agli anglicani che chiedono la comunione con la Chiesa cattolica». Ancora, Tornielli ricorda le precedenti prese di posizione di Bergoglio sull’argomento, a iniziare da quando era ancora cardinale, nel libro conversazione con il rabbino Abraham Skorka, nel quale aveva spiegato di essere favorevole al mantenimento del celibato «con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori. La tradizione ha un peso e una validità». Quindi, appunto, il volo di ritorno da Panama, nel quale con i giornalisti «aveva parlato della discussione tra i teologi circa la possibilità di concedere deroghe per alcune regioni sperdute», precisando che «non c’è decisione mia. La mia decisione è: celibato opzionale prima del diaconato, no. È una cosa mia, personale, io non lo farò, questo rimane chiaro. Sono uno “chiuso”? Forse. Ma non mi sento di mettermi davanti a Dio con questa decisione». Ancora, il Sinodo sull’Amazzonia, nel corso del quale, si ricorda nell’editoriale, «il tema è stato dibattuto». Nel suo discorso conclusivo però, è l’osservazione di Tornielli, il Papa non ha menzionato «in alcun modo» il tema dell’ordinazione di uomini sposati, «neanche di sfuggita», soffermandosi piuttosto sulla «creatività nei nuovi ministeri» e sul «ruolo della donna», oltre che sulla possibilità di inviare sacerdoti di altri Paesi dove c’è maggiore necessità pastorale, come appunto nelle regioni dell’Amazzonia.

14 gennaio 2020