Il cardinale Vallini: Sofferenza e amarezza dopo i fatti di corruzione

L’intervista al cardinale vicario Agostino Vallini sui fatti di corruzione di “Mafia Capitale”: «La testimonianza di vita dei cristiani negli ambienti di vita e di lavoro è un’urgenza alla quale nessuno può ormai più sottrarsi»

La testimonianza di vita dei cristiani, in particolare negli ambienti di vita e di lavoro, è un’urgenza alla quale nessuno può ormai più sottrarsi». Lo sottolinea il cardinale vicario Agostino Vallini nell’intervista concessa a Roma Sette alla vigilia del Natale, in merito ai gravi fatti di corruzione che hanno turbato la città.

Eminenza, la città sta vivendo un momento triste a causa della vicenda di «Mafia Capitale». Cosa prova dopo questa vicenda?

Conoscendo la sofferenza e la povertà che tanta gente della nostra città vive per la grave crisi economica, queste vicende di corruzione non possono che suscitare una grande sofferenza e amarezza. Sofferenza perché, come sembra, si è voluto guadagnare illecitamente sulla povertà di tanti uomini e donne già provati da gravi angustie e pericoli; amarezza, perché sembrano smarriti quei valori fondamentali della convivenza civile, di cui Roma è sempre stata un faro luminoso.

Nella lettera che annuncia alla diocesi la «Preghiera per Roma» di domani, lei sottolinea l’urgenza di «una rinascita spirituale». Da dove ripartire?

A mio parere, la crisi di legalità e di moralità affonda le radici in una crisi più profonda, che è di natura spirituale. Se si perde di vista Dio e la fede non motiva comportamenti coerenti, tutto si giustifica. L’assenza o anche una bassa tensione spirituale conduce facilmente ad una morale liquida, che si modella a piacimento ed è la madre di tutti i compromessi. Dobbiamo perseverare nel portare avanti, come cerchiamo di fare nella nostra diocesi, un’azione pastorale più incisiva nella formazione delle coscienze, che mostri nei fatti la bellezza e la verità del Vangelo e dei suoi valori, e sostenga una visione alta dell’uomo e della vita civile. I cristiani allora saranno fieri di offrire la loro testimonianza, in particolare negli ambienti di vita e di lavoro. Una testimonianza che, come ha ricordato il Santo Padre nel discorso al Parlamento Europeo del 25 novembre, parta dalla trascendenza e dalla dignità dell’essere umano.

Guardando più specificamente alla vita della città, quali potrebbero essere i punti chiave per rendere concreta questa rinascita nel quotidiano e puntare a quella «città dal volto umano» di cui ha parlato?

Un primo punto è quello di sviluppare un’azione educativa che veda una maggiore sinergia fra le parrocchie, le famiglie, la scuola, e quanti si occupano dell’educazione dei giovani. Educare alla legalità, all’onestà, alla solidarietà e alla ricerca del bene comune è alla base di ogni convivenza umana, quindi della società civile. A Roma operano in questo campo tanti cristiani e cittadini onesti; dobbiamo adoperarci perché cresca questo esercito del bene comune. È, poi, necessario, come ho scritto nella Lettera ai Consigli pastorali parrocchiali, dando seguito all’invito del Papa, promuovere una «cultura dell’incontro» per superare quel clima di indifferenza, che talvolta sfocia anche in atti di intolleranza e di violenza, ad esempio verso gli immigrati e quanti vivono in situazioni di povertà e di emarginazione.

Siamo alla vigilia di un Natale segnato ancora dalla grave crisi economica che tocca in modo forte anche la nostra città. La disoccupazione è cresciuta ancora; cresce la percentuale di giovani che non lavora, non studia, né è coinvolta in attività formative; la povertà si tocca con mano anche dall’afflusso di tante famiglie all’Emporio della Caritas. Qual è la sua preoccupazione e il suo auspicio?

È un argomento che mi fa davvero male. Tocco quotidianamente con mano il dramma della mancanza di lavoro, della povertà e della richiesta di aiuto, con le tante lettere che mi giungono e nelle visite alle parrocchie. La condizione dei giovani, delusi e senza speranza, mi amareggia molto. Purtroppo mi sento impotente nel prestare loro un aiuto. L’auspicio è che i provvedimenti economici varati dal Governo possano dare presto il frutto che tutti desideriamo e permettere una maggiore occupazione. Come ama ricordare il Santo Padre, il lavoro, con il quale un papà o una mamma permettono alla loro famiglia di vivere o quello dei giovani che vogliono costruirsi un futuro, è un bene essenziale per la dignità della persona.

 

22 dicembre 2014