Il cardinale Turkson a Davos: «La terra e i poveri stanno piangendo»

Il prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale al Forum economico mondiale: «Suscitare consapevolezza globale»

È partito da una preoccupazione comune a tutti i leader religiosi, tanto da spingerli a essere presenti anche a Davos per parlare al cuore della grande finanza ed economia mondiale, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo ieri pomeriggio, 22 gennaio, a una conferenza stampa nell’ambito del Forum economico mondiale. Accanto a lui, il patriarca ecumenico Bartolomeo I e il rabbino capo di Mosca, Pinchas Goldschmidt. «La terra sta piangendo e anche i poveri stanno piangendo»: questa la preoccupazione, che muove i rappresentanti delle religioni.

Immediato il parallelismo con la dimensione familiare. «Quando un bambino piange – le parole del cardinale – i suoi genitori gli danno attenzione e cercano di farlo smettere. Se, come dice il Papa, la terra e i poveri piangono, significa che c’è un’emergenza da qualche parte che va ascoltata. Dobbiamo tutti cercare di fermare questo pianto. Questa è la situazione in cui stiamo vivendo. Siamo qui come ospiti del Forum economico mondiale, perché vogliamo generare una consapevolezza globale per un cambiamento».

L’invito allora è a fare in modo che «non siano le nuove tecnologie a determinare ciò che siamo chiamati a diventare. Vorremmo piuttosto che le tecnologie fossero spese per il bene comune, il bene dell’umanità, della terra e dei suoi abitanti. Non c’è un secondo pianeta in cui vivere», ha ammonito il prefetto. Concludendo l’incontro con i giornalisti, poi, Turkson ha chiesto al mondo politico e ai governi di riconoscere «il ruolo centrale delle religioni e delle fedi», denunciando la pratica, diffusa soprattutto nei Paesi secolarizzati, di «relegare le religioni nella sfera privata, negando la loro influenza nella vita delle persone».

23 gennaio 2020