Il cardinale Parolin: «La famiglia, bene che va promosso e tutelato»

Il segretario di Stato vaticano intervenuto all’inaugurazione del nuovo anno accademico del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

L’imperante “cultura dell’io”, la mancanza di dialogo e di confronto che incrementano il ricorso alla violenza minacciano la famiglia e sviliscono il suo riconoscimento istituzionale mettendo a rischio il ruolo educativo che la rende collante della società. L’uomo e la donna, inoltre, invece di trovare accordi ai loro conflitti in una complice alleanza, cercano soluzioni «nella sostituzione della differenza sessuale con l’indifferenza di genere, manifesta un significativo incremento del ricorso alla violenza». Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, prendendo spunto dall’esortazione apostolica postsinodale “Amoris laetitia” ha rimarcato che la famiglia è un bene che «va promosso e tutelato».

Il porporato è intervenuto questa mattina, venerdì 29 novembre, all’inaugurazione del nuovo anno accademico del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, il primo del nuovo progetto con la definitiva approvazione dei nuovi statuti da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Ha quindi sottolineato la continuità dell’Istituto, partito con l’intuizione lungimirante e profetica di Papa Giovanni Paolo II, e la volontà di proseguire in modo rinnovato seppur nella tradizione.

A margine dell’incontro ha ricordato che ieri a Milano, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Cattolica, ha incontrato la senatrice a vita Liliana Segre con la quale hanno parlato del «preoccupante aumento di antisemitismo e violenza». Parolin è rimasto colpito dalle parole della senatrice la quale gli ha confidato che «mai esternerà sentimenti di odio e vendetta».

Nell’auditorium “Carlo Caffarra” durante la prolusione sul tema “La famiglia scuola di libertà e di pace”,ha rimarcato che «l’esasperazione del modello antropologico individualistico toglie letizia e forza all’ordine degli affetti familiari che deve assicurare l’apprendistato del valore delle relazioni umane e personali». Inoltre «l’astratto formalismo dei legami funzionali, e l’egemonia finanziaria dei rapporti economici, contribuiscono alla diffusione di una sostanziale insensibilità per la matrice affettiva e comunitaria che la radice coniugale e l’iniziazione famigliare introducono nell’esperienza dei valori fondamentali dell’umano. Lo sviluppo economicistico e tecnocratico della forma civile e il sentimento umano e comunitario dei popoli sono in rotta di collisione».

La mancanza di dialogo e di comprensione, l’incapacità di prendersi cura l’uno dell’altro, emarginano la famiglia ha spiegato Parolin durante il Dies Academicus. «La dedizione per l’alleanza dell’uomo e della donna, che si lascia plasmare nella forma della comunità familiare, è una scuola di libertà e di pace – ha aggiunto -. Essa costituisce, proprio in questo modo, la matrice insostituibile della composizione umana degli affetti e della libertà responsabile, della comunità e della pacifica convivenza». Fondamentale quindi il ruolo della famiglia cristiana, «mediatore maieutico normale di questa missione testimoniale e amorevole della potenza della grazia che riscatta l’alleanza dell’uomo e della donna e consente di portare gli uni i pesi degli altri. Questa sussidiarietà diventa oggi cruciale per la restituzione di piena trasparenza e verità al mandato della riconciliazione con Dio: e della comunione fraterna che ne deve rappresentare l’evidenza non effimera nell’ambito della stessa comunità civile».

Monsignor Vincenzo Paglia, gran cancelliere dell’Istituto, ricordando che due anni fa con la lettera apostolica “Summa familiae cura” Papa Francesco ha stabilito il nuovo assetto giuridico dell’ateneo, ha annunciato che le autorità della Santa Sede hanno approvato lo Statuto del nuovo Istituto consegnando il nuovo piano di studi. «Oggi apriamo con nuovo slancio e creatività questo secondo capitolo – ha detto -. Sentiamo la grave responsabilità di dover onorare il compito che Papa Francesco ci ha confidato. L’Istituto, fra le molte, e anche eccellenti, istituzioni ecclesiali del mondo che sono impegnate con il tema speciale della nostra missio academica, si sente impegnato ad onorare in modo concreto la sua vocazione a rappresentare direttamente la sensibilità della Sede Apostolica e del ministero petrino per la conferma della fede comune e lo sviluppo della sua intelligenza cattolica».

Il nuovo organigramma, ha evidenziato il preside monsignor Pierangelo Sequeri, delinea chiaramente il raccordo tra tradizione e innovazione. A tal proposito i corsi di specializzazione sono stati potenziati sia sul versante teologico-pastorale sia su quello antropologico-culturale e le aree di ricerca saranno consolidate, ampliate, rese più agili ed efficaci. «La cura della famiglia oggi – ha affermato – merita l’eccellenza di uno strumento di studio capace di produrre intelligenza della fede e fermento culturale all’altezza della odierna missione della Chiesa nella città secolare».

Durante l’intermezzo musicale il violinista albanese Endrit Haxhiaj, accompagnato al piano da Alessandro Di Petrillo, ha dedicato il brano “Vocalise” di Sergei Rachmaninoff alle vittime del recente terremoto in Albania.

29 novembre 2019