Parla di «scelta sofferta», il cardinale Francesco Montenegro, che ieri, 3 dicembre, ha annunciato le sue “dimissioni” dall’incarico di presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute. Una scelta, ha dichiarato, «che ho maturato dopo una lunga riflessione, fatta di confronto e di lettura della situazione». Oggi, ha spiegato, «per senso di responsabilità nei confronti della diocesi di Agrigento che mi è stata affidata dieci anni fa, mi ritrovo a dover scegliere di rimettere il mandato».

Poche parole, con le quali termina, per Montengro, l’incarico che gli era stato affidato nel maggio 2015. In conseguenza di questa rinuncia, il cardinale decade anche dalla presidenza di Caritas italiana e della Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali. Una storia, quella del porporato, da sempre strettamente intrecciata con quella della Caritas. Ordinato sacerdote l’8 agosto 1969, dal 1988 è stato direttore della Caritas diocesana di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, delegato regionale della Caritas in Sicilia e rappresentante regionale in Consiglio nazionale. Eletto alla Chiesa titolare di Aurusuliana e nominato ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela il 18 marzo 2000, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 29 aprile dello stesso anno. Il 13 aprile 2015 è stato annoverato dal Santo Padre nel Pontificio Consiglio Cor Unum e nel Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Montenegro era già stato presidente di Caritas italiana dal 2003 al 2008 e dal maggio 2013 era presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes. Nel Concistoro del febbraio 2015, la nomina a cardinale da parte di Papa Francesco, per il quale, l’8 luglio 2013, aveva organizzato il primo viaggio del pontificato, a Lampedusa, rimanendogli accanto lungo tutto il percorso nell’isola più a sud d’Italia. Pochi mesi dopo il Concistoro, il 21 maggio 2015 era stato eletto presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e, in quanto tale, presidente di Caritas italiana e della Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali, succedendo a monsignor Luigi Bressan.

4 dicembre 2018