Il cardinale Montenegro (Caritas): sui profughi dall’Ue «molte scelte pericolose»

Aperto a Castellaneta il 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane: “Per uno sviluppo umano integrale”. Il messaggio del presidente Mattarella

Aperto a Castellaneta (Taranto) il 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane: “Per uno sviluppo umano integrale”. Il messaggio del presidente Mattarella

Oltre 500 delegati, provenienti da 155 diocesi d’Italia. Sono i numeri del 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dal 27 al 30 marzo a Castellaneta (Taranto), dedicato al tema “Per uno sviluppo umano integrale”. Ad aprire i lavori, il cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas italiana oltre che arcivescovo di Agrigento, che ha aperto all’orizzonte dell’Europa lo scenario del confronto. «L’Europa, minata dalla crisi economica, ha come termometro l’arrivo di migliaia di profughi – ha evidenziato – ma non riesce a trovare risposte condivise e finora ha fatto molte scelte pericolose». Ricordando in particolare il 60° anniversario dei Trattati di Roma, celebrato nei giorni scorsi nella Capitale, il porporato ha rilevato che «si spendono energie e risorse per rafforzare risposte militari, per costruire muri, per misure di repressione e controllo alle frontiere». Politiche e scelte di «chiusura, difesa degli interessi particolari, esclusione», che calpestano il senso di quei Trattati.

È importante allora, per Montenegro, «invertire la rotta e le priorità tra Vangelo e legge, uomo e regole dei codici, servizio e potere. Se facciamo la nostra parte è già un pezzettino di Europa che sta cambiando». Quindi, a proposito di “sviluppo umano integrale”, il presidente di Caritas italiana ha ricordato il nuovo dicastero istituito da Francesco , che «ricorda l’intuizione di Paolo VI presente nello Statuto di Caritas italiana: il principio di “consonanza ai tempi ed ai bisogni”. Un percorso di continuo rinnovamento, non solo delle forme organizzative, ma della natura del servizio da offrire». La strada è quella di una Chiesa che «non sta alla finestra e non prende le distanze da ciò che succede per strada. Non una Chiesa che fa soltanto servizi, ma che è immersa di umano ed esperta di umano. Noi – le parole del cardinale – siamo quelli che stanno con gli uomini e in mezzo agli uomini. Una Chiesa che cammina lungo le strade gridando la profezia e scandalizzando coi suoi gesti d’amore».

Ancora attuale dunque, in questa direzione, «la forte denuncia degli squilibri planetari» contenuta già 50 anni fa nella Popolorum progressio di Paolo VI, dedicata al tema dello sviluppo dei popoli, che «si salda strettamente al magistero di Papa Francesco, non limitandosi soltanto a denunciare gli squilibri, ma analizzandone le cause». La Chiesa, ha rilevato Montenegro, «si indigna perché sente che, nonostante il progresso scientifico ed economico, i poveri sono sempre tanti. Noi ci siamo per ricordare che l’uomo è al centro». La proposta dell’enciclica, ha ricordato, «era quella di un nuovo modello di sviluppo, aperto alla cooperazione, all’accoglienza e al dialogo tra le culture, essendo coscienti che le trasformazioni economiche, politiche, tecnologiche si ripercuotono necessariamente sullo sviluppo integrale dell’uomo e sulla crescita dei popoli». Proprio dalla Puglia, ha concluso, terra «dalle mille risorse e dalle tante problematiche, vogliamo dirci che tanta carità è già presente perché la Chiesa è carità» ed «è consegnata a ciascuno di noi, perché si realizzi».

Anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, compito precipuo delle forze della solidarietà è «ridurre le ingiustizie e ricomporre la comunità, superando egoismi ed esasperati individualismi». Lo scrive nel messaggio inviato ai partecipanti al Convegno delle Caritas, ringraziandoli per «l’impegno solidale che da tempo va a beneficio dell’intero Paese, in primo luogo di coloro che soffrono i maggiori disagi. Viviamo in una stagione di grandi cambiamenti – osserva -, i quali offrono nuove e straordinarie opportunità ma, accanto ad esse, producono anche gravi fratture». Per ridurre le ingiustizie e superare egoismi ed individualismi, prosegue Mattarella, «è necessario, accanto alla concretezza delle opere e delle testimonianze, saper generare valori, far crescere conoscenze, progettare e realizzare modelli di vita e di sviluppo sostenibile. Il rispetto della centralità della persona umana – conclude – sollecita le istituzioni democratiche a rimuovere gli ostacoli che impediscono le pari opportunità e sottopone ad analisi critica gli strumenti di intervento economico e sociale per verificare la loro coerenza».

28 marzo 2017