Il “cantiere missionario” della diocesi di Roma in Africa

La direttrice del Centro diocesano e il vescovo Ambarus in due Paesi, per rilanciare l’impegno per la “missio ad gentes”». Suor Kidane in Burkina Faso, con “La Goccia”

Mi rigiro tra le mani una targhetta: Centre Wend Daabo – Ziniaré. Un indirizzo del luogo in cui verremo ospitati, in Burkina Faso, don Benoni e io. Fino al 24 novembre quel nome non mi diceva nulla… avevo solo l’impegno di memorizzarlo nel caso mi venisse chiesto durante il viaggio. Ma è bastato mettere piede su quel pezzetto di terra per capire il significato profondo, ampio e vasto di quel nome. Tradotto significa: “Dio lo vuole” o “volontà di Dio”. Un anno fa, con la forza di un ciclone la signora Paola Garbini Siani, dell’associazione La Goccia, fa letteralmente irruzione nei nostri uffici del Centro missionario diocesano. Non era nuova del posto, qualcuna la conosceva. Per me ma anche per don Ben invece era una novità. È bastata però mezz’ora di tempo per essere risucchiati nel vortice delle sue parole, dei suoi progetti, dei suoi bambini. Sembrava avesse il fuoco sotto i piedi, doveva ripartire per il Burkina, e tra un racconto e l’altro riuscì a strapparci una promessa: saremo andati a trovarla. Promessa che si fa spesso per dare una speranza alle persone che passano da noi, che ci consegnano i loro sogni e che vorrebbero condividere i loro desideri di un mondo migliore.

Una delle priorità del Centro missionario è quello di ritornare sui passi intrapresi da anni e di andare oltre i confini romani. Sulla spinta di Papa Francesco che vuole una Chiesa in uscita, anche noi come Centro sentiamo la necessità di osare passi che oltrepassano le mura. Nostro desiderio è ristabilire contatti con le molte realtà romane sparse nel mondo. Incontrare i missionari e le missionarie, dare ai progetti che giungono nei nostri uffici, nomi, volti, concretezza. Ed è con questo ideale in cuore che vogliamo riappropriarci di quella buona pratica di andare all’incontro di chi cerca di farsi ogni giorno buona notizia.

Da gennaio a giugno del 2023 inizieranno dei momenti formativi con lo scopo di creare uno spazio di confronto, crescita e approfondimento della dimensione missionaria. Alla fine ci sarà anche la possibilità di alcuni viaggi che verranno individuati nel corso dell’anno. Avendo come obiettivo iniziare ad esplorare possibili mete, la proposta di Paola Garbini ci sembra un’ottima occasione per verificare di persona la fattibilità. Don Ben valuta la possibilità di vedere il Marocco, due giorni sufficienti per capire il progetto che la diocesi di Casablanca sta realizzando per l’accoglienza di migranti diretti verso l’Europa. Neppure il tempo di ripensarci: Paola ci contagia subito con la sua energia comunicativa. La lasciamo partire per il Burkina. Intanto ci pensiamo, ma sappiamo l’importanza di non lasciare macerare i progetti: se bisogna andare, è meglio realizzare il programma quanto prima.

È bastato solo un accenno ad una possibilità: Paola, pensi che sia fattibile venirti a trovare? Da quel momento esplode tutta la gioia di una donna che ha fatto della sua vita una totale donazione. Messaggi vocali a raffica: fa l’elenco di quello che possiamo portare per i suoi neonati, ci manda il programma che ha compilato per noi, ci manda video dei bambini che già cantano la loro gioia per questa visita. Da parte nostra ci sentiamo sommersi e incoraggiati a intraprendere un viaggio che capiamo subito essere colmo di umanità. Coinvolgiamo tutto il Vicariato, che non si è lasciato vincere in generosità e che desideriamo ringraziare di cuore. L’ufficio del Centro diventa un mega magazzino di bontà. Paola Gasperini, esperta mamma, divide a seconda delle taglie tutto il ben di Dio che ci arriva dai vari uffici. Ci rendiamo conto che basta davvero poco per toccare le corde del cuore.

Arriva il giorno della partenza. Il 22 parte don Ben per il Marocco e il 24 parto io: appuntamento a Casablanca per proseguire poi insieme alla volta del Burkina Faso. E finalmente Wend Daabo, quel nome così lontano e che tradotto significa “La volontà di Dio”, si trasforma in manine pronte a lasciarsi abbracciare, occhietti che scrutano, sorrisi che sciolgono, canti e danze. Wend Daabo è il Centro che Paola sta costruendo per accogliere vite, neonati sopravvissuti alle loro mamme. Ma Paola non si ferma ad accoglierli, pensa a un percorso lineare. Ecco allora pronta la scuola materna, poi la primaria. Poi, poi… dobbiamo frenarla. Lei già vede la scuola primaria, quella secondaria e chissà cosa ancora. Nei suoi molteplici progetti disseminati in questi 20 anni di presenza in Burkina, Paola pensa sempre all’autosostentamento. Pozzo, perché l’acqua è vita; scuola, perché l’istruzione è vitale. E poi pane: ed ecco due panetterie che sfornano 6mila baguette al giorno.

21 dicembre 2022