Il boato in piazza, l’elezione di Benedetto XVI

Aprile 2005, su Roma Sette la cronaca dell’attesa e dell’esultanza all’annuncio del nome del nuovo Pontefice. Le emozioni e i commenti dentro il colonnato

Il rintocco delle campane della basilica di San Pietro scandisce le cinque del pomeriggio, sotto un cielo nuvoloso, dove a tratti filtra un raggio di sole. Lo sguardo si svolge verso il comignolo della Sistina. Trascorrono i minuti, è questa l’immagine mostrata dai maxischermi. Rintoccano ancora le campane, sono le 17,15; tra le tegole inquadrate da centinaia di telecamere nessun segnale mentre pian piano e sommessamente il colonnato del Bernini abbraccia un numero sempre più imprecisabile di persone. Tra le mani tanti stringono i grani di un rosasrio. Si intonano canti, si prega. Passa ancora mezz’ora e nessuno sbuffo; pare si debba aspettare il crepuscolo per vedere se la fumata sarà bianca o nera. Ma, dopo appena cinque minuti, ecco il fumo. Il Collegio cardinalizio ha scelto il Papa.

Alle 17.50 quel fumo lascia incerti, non è accompagnato dai rintocchi promessi che dovrebbero precedere l’«Habemus Papam». Ma gli applausi esplodono e piazza San Pietro è illuminata da migliaia di sorrisi; la fumata è bianca. Solo dopo una decina di minuti la conferma delle campane della basilica. I più incontenibili sono i bambini, saltellano, sono felici. Federico e i suoi compagni sono arrivati con la loro maestra dall’elementare San Francesco: «è l’esperienza più bella della mia vita», grida. è una grande festa dove nessuno è estraneo ma fratello con Cristo. Le campane sembrano mosse in una danza che avvolge, in un clima di infinita letizia. Ada, avvocato, ha lasciato il suo studio per correre a San Pietro quando le è giunto l’eco delle urla festose. Si spalancano le vetrate della Loggia della Benedizione ed è l’annuncio. «Sono atterrato dagli Stati Uniti da due ore», dice Luigi, ed ecco l’annuncio, «… dibi imposuit nomen Benedicti…».

«Sono molto contenta per la vita della Chiesa e per l’Europa», esclama Isabelle. «Penso che nel suo magistero il nuovo Pontefice darà molto spazio alla questione della pace, lo stesso nome che ha scelto mi fa pensare a Benedetto XV, che visse la prima guerra mondiale e la definì “inutile strage”», è l’opinione di Vincenzo, campano. Il tempo di prendere fiato, gli occhi a guardare Papa Ratzinger, e cominciano i commenti sulla sua elezione. Tanti se l’aspettavano, ci speravano, per altri è una sorpresa, ma la gioia prevale su tutto. Scorrono lacrime dal volto di Rick, 38 anni. Lavora per una casa editrice cattolica dell’Oregon; a Roma per la prima volta non pensava di poter sperimentare nuovi e forti sentimenti. «Sono contento perché è in filosofo e un grande teologo, e ha fatto tanto per la Chiesa», commenta con un pizzico di orgoglio Pascal, giovane tedesco, l’elezione del suo connazionale. Paul, originario del Camerun, non ha dubbi: «Avevamo bisogno di un Papa come questo per affrontare i problemi di oggi, sarà la preghiera dei cristiani a sostenerlo». La festa non ha fine.

Claudia, 34 anni, messicana, è partita d’improvviso per conoscere il nuovo Papa. Filippo, giacca e cravatta, appoggiato ad una transenna, osserva serafico ciò che gli accade intorno: percepisce tanta energia in tutte le persone che vede esultare cariche di entusiasmo. «è bello vedere festeggiare insieme religiosi e laici», confida Cristiana, marchigiana. Karsten e Andrea, bavaresi, sono fieri del nuovo Pontefice e Nicola esclama: «Sono affascinato da questo clima di amicizia straordinario». E con un grande sorriso avvolge in un abbraccio anche chi lo intervista (di Tiziana Campisi)

24 aprile 2005