Il 3 ottobre a piazza del Popolo la manifestazione sulla cittadinanza

L’iniziativa organizzata da “Neri italiani” per incoraggiare la proposta di legge ferma in Senato. «In piazza per i diritti delle seconde generazioni»

Incoraggiare la proposta di legge ferma in Senato che riguarda il riconoscimento della cittadinanza per i bambini e le bambine nati e/o cresciuti in Italia che hanno frequentato almeno un ciclo scolastico. È questo l’obiettivo della manifestazione in programma per sabato 3 ottobre a partire dalle 15.30 a piazza del Popolo, intitolata “Ius culturae, articolo 3”, organizzata dall’associazione Neri italiani black italians (Nibi) insieme al movimento Black lives matter-Roma (Blm-Roma) e tutte quelle realtà che «hanno a cuore i diritti dei giovani italiani per formazione». Lo spiega, in una nota, Amin Nour, tra i fondatori di Nibi e attivista per i diritti dei migranti e degli italiani di seconda generazione. «Il 3 ottobre è una data storica perché ricorda il naufragio di 350 migranti tra donne, uomini e bambini al largo di Lampedusa», afferma.

Un tema, quello delle migrazioni, che sarà ugualmente al centro della manifestazione. «Oltre a scendere in piazza per lo ius culturae – prosegue Nour -, chiediamo l’abolizione dei cosiddetti “decreti sicurezza” e contestiamo il Memorandum sulla Libia da poco rinnovato. Questo perché siamo a favore di un’immigrazione in sicurezza, sul modello dell’esperienza positiva dei corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Chiesa Valdese e dalla Federazione delle Chiese protestanti in Italia».

C’è anche l’impegno dei “Neri italiani” e del Black lives matter Roma – col sostegno delle Sardine e delle migliaia di persone che hanno firmato la petizione – dietro alla scelta da parte di Roma Capitale di intitolare la nuova fermata della metro C inizialmente dedicata ad “Amba Aradam-Ipponio” al partigiano italo-somalo Giorgio Marincola. Nour, giunto in Italia a quattro anni in fuga dalla guerra civile appena scoppiata in Somalia, è tra gli attivisti che si sono spesi per questa battaglia. «Finalmente – commenta – anche noi seconde generazioni vediamo riconosciuto un valore nella costruzione di questa Italia frutto della lotta dei partigiani. Da sempre noi seconde generazioni abbiamo come riferimento i grandi leader afroamericani e non guardiamo a coloro che a casa nostra hanno dato la vita per la libertà e la democrazia», aggiunge. Ora, con l’intitolazione della stazione della metro C al “partigiano nero”, come viene definito Marincola, «anche in Italia ora abbiamo memoria di un leader che parla di patria e di tutto il mondo come di una cosa sola».

4 settembre 2020