Il 18 settembre l’incontro del Papa con la “sua” diocesi di Roma

L'appuntamento in Aula Paolo VI annunciato da De Donatis in una lettera a sacerdoti e diaconi, in cui indica le parole chiave dell'anno che sta iniziando: «Sinodo, ascolto e kerigma». Sullo sfondo, l'apertura del Sinodo di Roma e della Chiesa mondiale, il 10 ottobre con il Papa a San Pietro

In una lettera indirizzata ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Roma, il cardinale vicario Angelo De Donatis annuncia «con grande gioia» l’incontro con Papa Francesco, il 18 settembre nell’Aula Paolo VI. Un’udienza alla quale sono invitati a partecipare i laici delle equipe e dei consigli pastorali – «massimo 10 persone a parrocchia» -, i sacerdoti, i diaconi, i superiori delle case dei religiosi e delle religiose, i responsabili diocesani di associazioni, movimenti e cammini ecclesiali. Guardando poi all’anno pastorale che sta iniziando, «sono convinto – afferma – che rappresenterà una svolta, una possibilità straordinaria di crescita per tutti noi, per tutta la nostra Chiesa diocesana». Una percezione, questa, confermata, nelle parole di De Donatis, dall’esperienza vissuta a Fatima nel pellegrinaggio diocesano appena concluso.

Il cardinale sceglie 3 parole chiave per delineare l’orizzonte di fondo del nuovo anno pastorale: grandi pennellate, collegate al brano evangelico di domenica 5 settembre, che racconta la guarigione del sordomuto. La prima parola, «di cui non dobbiamo avere timore», è “Sinodo”. Si tratta, spiega il vicario del Papa per la diocesi di Roma, di una parola che richiama «lo stile “proprio” della Chiesa: invita alla fraternità, al sostegno reciproco, a compiere insieme quei passi in avanti che ci permettono di raggiungere qualcosa o meglio Qualcuno che ci attira e che ci ispira. È una parola che, più che dire la straordinarietà di un tempo – aggiunge -, sottolinea la grazia contenuta in ogni tempo della vita della Chiesa e che ci viene donata quando si cammina insieme». Quindi cita Papa Francesco per sottolineare che «il Signore non ci salva mai da soli; per questo chi non cammina in maniera sinodale non va molto lontano».

La seconda parola è “ascolto”. De Donatis ricorda gli ultimi due anni – «il lungo tempo della pandemia» – spesi «cercando di ascoltare il grido della città, approfittando della riduzione delle attività per aprire le orecchie sulle vite degli altri, con un atteggiamento positivo, di accoglienza e di amicizia. Sì, il Signore doveva forzare qualcosa in noi – riflette -, la nostra sordità, la tendenza a chiuderci rispetto a tutto quello che non è la nostra stessa voce, le nostre stesse parole. Ve lo dico con la fermezza del Signore, come per forzarvi: la Chiesa che non sa ascoltare le storie degli uomini e le donne del suo tempo, che non è capace di intercettarne i sogni, le sofferenze, le domande, le malattie, ma soprattutto l’opera di Dio in loro, è una Chiesa sorda. Non andrà molto lontano. Ridirà in maniera ossessiva parole che non parlano più, farà riferimento a vissuti che nessuno più vive. L’ascolto invece – evidenzia il cardinale – apre la finestra al vento dello Spirito Santo; le dita di Gesù sulle nostre orecchie chiuse sbloccano la via attraverso la quale il Signore ringiovanisce e rinnova la sua Chiesa».

Da ultimo, la terza parola: “kerigma”, «che è l’incontro vivo con il Signore Risorto». La vita della Chiesa, «tutto ciò che fa e dice», ha senso «solo se è al servizio di questo incontro. Anche farsi prossimi all’altro per accoglierlo e volergli bene, come faceva il Signore, è kerigma in atto – è la riflessione di De Donatis -, è dare volto, mani e gambe al Signore che vuole far sperimentare il suo amore ai suoi fratelli». Citando quindi la preghiera dell’Effatà, il cardinale esprime un auspicio che prende forza dalla promessa del Vangelo: «Sono convinto che, se quest’anno sapremo camminare insieme in maniera sinodale, in ascolto della Parola e delle vite degli altri, il Signore ci donerà nuovo entusiasmo per l’evangelizzazione – afferma -, ci aprirà per il futuro nuove prospettive e nuove piste: “Effatà, apriti! Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”».

Il vicario del Papa ricorda quindi altri due appuntamenti a breve scadenza: il primo, dedicato ai sacerdoti, è l’incontro nei settori, subito dopo l’incontro del 18 settembre con il Papa. «Mi piacerebbe che condividessimo, commentandole insieme, le linee del cammino di quest’anno, sempre tenendo conto che non si tratta di fare tante cose ma solo quelle che lasciano davvero il segno in noi e nella vita della nostra comunità, che spingono a compiere i passaggi e le traversate a cui ci chiama il Signore». Date e luoghi, informa, saranno comunicati a breve dai rispettivi vescovi ausiliari. L’altro appuntamento è l’apertura del Sinodo di Roma e della Chiesa mondiale, che verrà celebrata da Francesco nella mattina di domenica 10 ottobre, nella basilica di San Pietro. «Sarà possibile partecipare ai parroci e ai viceparroci e a due persone per parrocchia».

3 settembre 2021