Il 13 ottobre 5 nuovi santi, tra cui il cardinale Newman e madre Vannini

L’annuncio del Papa durante il Concistoro pubblico. Il porporato ha fondato l’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra; la suora le Figlie di San Camillo

È fissata per il 13 ottobre, durante il Sinodo per l’Amazzonia, la canonizzazione in Vaticano dei 5 beati di cui sono stati recentemente riconosciuti i decreti. Tra questi, il cardinale John Henry Newman, fondatore dell’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra, e madre Giuseppina Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo, a cui è intitolato anche l’ospedale dell’Istituto Figlie di San Camillo, in via di Acqua Bullicante.

Lo ha annunciato il Papa, in latino, durante il Concistoro pubblico per  la canonizzazione dei cinque nuovi beati, rende noto la Sala Stampa vaticana. Oltre a Newman e madre Vannini, ha stabilito Francesco di fronte ai cardinali, dopo la celebrazione del’Ora Terza, secondo le formule di rito, saranno canonizzate il 13 ottobre anche Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia; Dulce Lopes Pontes, della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio; Margarita Bays, Vergine, del Terzo Ordine di San Francesco d’Assisi.

«Dall’ombra e dai simboli alla verità». È l’epitaffio scolpito sulla tomba di John Henry Newman nel piccolo cimitero degli Oratoriani di Rednal. Fu lui stesso a scriverlo per rimarcare il connubio esistente tra fede e ragione. Anglicano inglese convertito al cattolicesimo, Newman trascorse tutta la sua vita cercando la verità. Uomo «di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore», come lo ha definito Benedetto XVI durante la Messa di beatificazione a Birmingham il 19 settembre 1990, il fondatore dell’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra nacque a Londra il 21 febbraio 1801. Crebbe in una famiglia religiosa con il padre anglicano e la madre evangelica. A 24 anni divenne presbitero della Chiesa anglicana e gli fu affidata prima la chiesa di san Clemente e poi la parrocchia di Santa Maria a Oxford.

Fondamentale per la sua vita spirituale fu un viaggio in Italia nel 1832. Newman aveva da poco iniziato a studiare la storia del cristianesimo e dei Padri della Chiesa. A Roma rimase affascinato dalla spiritualità dei luoghi dove versarono il sangue i martiri ed entrò in contatto con la religiosità della Chiesa cattolica. Nella città eterna incontrò il sacerdote Nicholas Patrick Stephen Wiseman, rettore del Collegio inglese e futuro primo arcivescovo di Westminster, con il quale si confrontò a lungo. Tornato in Inghilterra, insieme al presbitero Richard Hurrell Froude e al teologo John Keble fondò il “Movimento di Oxford” di cui divenne il capo e l’animatore. Il movimento riformistico aveva lo scopo preciso di ricondurre la Chiesa anglicana nella tradizione cattolica e denunciava le interferenze del governo britannico negli affari della Chiesa. Nel 1841 scrisse il “Tract 90”, nel quale spiegava in chiave cattolica i 39 articoli della fede anglicana. Questo gli causò una dura condanna da parte delle università e dei vescovi anglicani. Il 19 settembre 1843 lasciò la parrocchia di Santa Maria e pronunciò la sua ultima omelia da anglicano. Il 9 ottobre di due anni dopo si fece battezzare dal passionista Domenico Barberi (poi proclamato beato) ed entrò nella Chiesa cattolica seguito da altri suoi amici. Il 30 maggio 1847 venne ordinato presbitero a Roma e nel 1848, tornato in Inghilterra, fondò l’oratorio filippino di Maryvale.

Benedetto XVI nell’omelia pronunciata in occasione della beatificazione di Newman ha ricordato che «durante gli anni spesi nell’oratorio egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham, visitando i malati e i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione». Nel 1879 Papa Leone XIII lo creò cardinale con il titolo di San Giorgio al Velabro. Morì l’11 agosto del 1890 a Edgbaston.

Servire i sofferenti è stato anche il carisma di Giuseppina Vannini, fondatrice della congregazione delle Figlie di san Camillo. Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione della religiosa il 16 ottobre 1994 ha ricordato che «essere tutta di Dio, amato ed onorato in chi è nel bisogno, fu la sua costante preoccupazione, tradotta in una carità quotidiana senza confini accanto agli infermi, sulle orme del grande apostolo degli ammalati san Camillo de Lellis». Al secolo Giuditta Adelaide Agata, suor Giuseppina nacque a Roma il 7 luglio 1859. Rimasta orfana a soli sette anni fu affidata alle suore dell’ordine delle Figlie della Carità nel Conservatorio Torlonia. Conseguito il diploma chiese di fare il noviziato nelle Figlie della Carità a Siena ma fu ritenuta inadatta anche per problemi di salute.

Riuscì a consacrarsi al Signore a 32 anni dopo aver conosciuto il camilliano padre Luigi Tezza, il cui desiderio era quello di istituire una congregazione femminile secondo lo spirito di san Camillo de Lellis. Con Vittorina Panetta e Teresa Eliseo, Giuditta fu tra le prime postulanti della nuova congregazione. Il 19 marzo successivo vestì l’abito religioso e prese il nome di suor Giuseppina, divenendo superiora dell’istituto religioso che ha tra le sue peculiarità l’assistenza ai malati. Riuscì a diffondere le Figlie di San Camillo oltre che in Italia anche in Francia, Belgio e America del Sud. La sera precedente alla morte dispensò consigli alle sue figlie. Morì nella casa di via Giusti la notte del 23 febbraio 1911 a 52 anni.

1° luglio 2019