I vescovi Usa contro la pena di morte, «inutile e inaccettabile»

La lettera al presidente Trump e al procuratore generale Barr alla vigilia delle due esecuzioni federali previste nella settimana. «Diciamo basta»

«Dopo il primo omicidio registrato nella Bibbia, Dio non pose fine alla vita di Caino ma piuttosto la preservò, avvertendo gli altri di non uccidere Caino. Come Chiesa, dobbiamo dare un aiuto concreto alle vittime della violenza e dobbiamo incoraggiare la riabilitazione di coloro che commettono violenza». Lo scrivono i vescovi Usa in una lettera indirizzata al presidente Donald Trump e al procuratore generale William Barr diffusa ieri, 23 settembre, chiedendo di fermare due esecuzioni federali previste nella settimana. A firmarla, l’arcivescovo Paul Coakley, presidente del Comitato di politica interna della Conferenza episcopale, e l’arcivescovo Joseph Naumann, presidente del Comitato per la vita, a nome di tutti i confratelli.

A essere giustiziati saranno William LeCroy, accusato di aver violentato e ucciso un’infermiera nel 2001, e Christopher Vialva, condannato per l’omicidio di due giovani ministri nel 1999, che pregavano e parlavano di Dio mentre venivano uccisi. Per entrambi, la sentenza capitale verrà eseguita tramite iniezione letale. «Diciamo al presidente Trump e al procuratore generale Barr: basta. Fermate queste esecuzioni», scrivono i vescovi, sottolineando che «la responsabilità e la punizione legittima fanno parte di questo processo» ma «le esecuzioni sono completamente inutili e inaccettabili, come hanno detto san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco».

Le esecuzioni negli Usa sono state sospese dal 2003, fino a quando, nel luglio 2019, il procuratore generale William Barr, cattolico, ha annunciato la ripresa delle esecuzioni di detenuti federali nel braccio della morte. La prima è stata eseguita nel mese di luglio. Da allora, ne sono state eseguite già 5. Proprio all’inizio di luglio diversi vescovi statunitensi si sono uniti a una dichiarazione di oltre mille leader religiosi che si opponevano alla ripresa delle esecuzioni federali. Il presidente Trump però ha difeso l’uso della pena di morte, affermando che il suo sostegno alla pena capitale non influisce sulle sue credenziali a favore della vita.

24 settembre 2020