I vescovi: «Non possiamo vivere in costante campagna elettorale»

Concluso il Consiglio permanente Cei, il segretario generale Stefano Russo ha presentato il comunicato finale. Tra i temi, gli orientamenti pastorali per il quinquennio, l'incontro sul Mediterraneo, la tutela di minori e adulti vulnerabili e la Settimana sociale 2021

All’indomani della conclusione del Consiglio permanente dei vescovi italiani, ieri, giovedì 23 gennaio, il segretario generale della Cei Stefano Russo ha illustrato ai giornalisti il comunicato finale. Inevitabile il riferimento alla situazione dell’Italia, alla quale i vescovi guardano sempre con sollecitudine. «Non possiamo vivere in un costante clima di campagna elettorale», ha detto monsignor Russo rispondendo alle domande dei giornalisti sul clima di fibrillazione che si registra attualmente sulla scena politica nostrana. Quindi, citando il discorso di fine anno del presidente Mattarella, che invitava alla «cultura della responsabilità, come presidio di libertà e di attenzione ai principi fondamentali della nostra Costituzione», ha affermato che «pensare al bene comune significa pensare a come ridurre il clima di conflittualità che dura ormai da troppi anni». Interpellato poi sul recente episodio del senatore Matteo Salvini, che ha citofonato in casa di un presunto spacciatore tunisino, ha commentato: «Non è stato un atteggiamento particolarmente felice, ma vorrei evitare di entrare in casi particolari e di dare giudizi sulle persone».

Nel colloquio con i giornalisti anche l’ormai imminente incontro sul “Mediterraneo, frontiera di pace“, in programma a febbraio a Bari, che si concluderà con l’incontro con il Papa, il 23. A lui, ha spiegato Russo, «riporteremo i risultati del nostro dialogo e ci ritroveremo per la celebrazione eucaristica all’aperto da lui presieduta». Circa 60 i vescovi attesi nel capoluogo pugliese, provenienti da tutte le aree che affacciano sul Mediterraneo, che si confronteranno in 8 differenti tavoli. Previsto anche un incontro comune al Teatro Petruzzelli, con momenti di spettacolo e testimonianze, durante il quale verrà presentata anche una “opera-segno”.

A illustrare i temi centrali della sessione invernale del Consiglio dei vescovi, il testo del comunicato finale, che evidenzia due punti: l’analisi del contesto attuale alla luce della Parola di Dio e il confronto sugli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio. Nel confronto, «i vescovi si sono soffermati, innanzitutto, sulla lettura delle grandi trasformazioni in atto, nelle quali vanno registrati segni significativi di nuove fioriture spirituali: un’esperienza ecclesiale che sul territorio si fa comunità di prossimità, capace d’intercettare ancora le domande di senso che abitano il cuore di ciascuno». Al centro di tutto la Sacra Scrittura, con la celebrazione domenica 26 gennaio, della prima “Domenica della Parola di Dio”, voluta da Francesco.

A un anno dalla nascita del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, il Consiglio episcopale permanente si è soffermato anche sull’attività svolta in questi dodici mesi. Si è parlato di «passi rilevanti», a cominciare dalla costituzione per ogni Regione ecclesiastica di un “Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, con la nomina di un vescovo incaricato per la Tutela dei minori e di un coordinatore regionale. Si sta inoltre avviando al completamento la rete dei referenti diocesani o interdiocesani, sul territorio con la conseguente costituzione di un Servizio diocesano (o interdiocesano). Entro maggio verrà comunicata l’avvenuta attivazione di questo strumento alla Nunziatura, secondo le indicazioni del Motu Proprio Vos estis lux mundi. Nel mese di marzo sono inoltre in programma tre raduni nazionali (Roma, Milano e Napoli) per incontrare i referenti diocesani e fornire indicazioni operative unitarie circa la messa in pratica delle Linee Guida e l’inizio del lavoro di prevenzione. Tutto questo, si legge nel comunicato finale, si inserisce in un percorso di «rinnovamento integrale» che vede la partecipazione convinta e attiva di tutti i membri della Chiesa italiana e che si traduce in un «cambiamento autentico di sguardo, a partire dall’ascolto e dall’accoglienza delle vittime, ora poste al centro».

Tra gli argomenti all’attenzione dei vescovi italiani, anche la Settimana Sociale di Taranto, dal 4 al 7 febbraio 2021, entrata nel vivo con la recente pubblicazione dei Lineamenta, ossia le linee di preparazione a un appuntamento che, già nel titolo, si presenta come di grande attualità: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Richiesto, dall’assemblea dei vescovi, un coinvolgimento dei territori, puntando ad ascoltare e valorizzare soprattutto i giovani e a identificare le buone pratiche presenti sul territorio. Tre, è stato ricordato, i momenti nazionali di avvicinamento, con obiettivi differenziati: ad Assisi, dal 19 al 20 giugno 2020, saranno coinvolti giovani che svilupperanno i contenuti dell’incontro promosso dal Santo Padre “Economy of Francesco” (Assisi, 26-28 marzo 2020) in rapporto alla situazione italiana; a Lamezia Terme, nel settembre 2020, saranno sensibilizzate le Chiese del Sud, ponendo l’attenzione ai drammi aperti nel territorio e alle prospettive per contribuire alla loro soluzione; a Verona infine, nel novembre 2020, all’interno del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, saranno chiamate particolarmente le Chiese del Nord ad approfondire il tema del rapporto tra azienda, economia e cura della casa comune.

Nel confronto sui contenuti i vescovi hanno sottolineato la centralità dell’ecologia integrale, in grado di comporre i diversi aspetti della crisi antropologica contemporanea, nonché di portare i cattolici a entrare in dialogo con tutti riguardo alla casa comune. L’auspicio è che questa Settimana Sociale possa essere «un’opportunità per crescere nell’annuncio della gioia del Vangelo a tutti, secondo il magistero di Papa Francesco, ascoltando il grido della terra e il grido dei poveri».

24 gennaio 2020