I tumori pediatrici, seconda causa di morte sotto ai 14 anni

Dal Bambino Gesù una guida sul magazine digitale “A scuola di salute”. Colpiti ogni anno 1.400 bambini e 800 adolescenti. Oltre l’80% dei pazienti guarisce

Sono 1.400 in Italia i bambini da 0 a 14 anni che vengono colpiti da tumore. Circa 800 gli adolescenti, tra i 15 e i 18 anni. Se ne parla nel numero speciale di “A scuola di salute“, il magazine digitale a cura dell’Istituto per la Salute del Bambino Gesù, diretto da Alberto G. Ugazio. I tumori, spiegano gli specialisti dell’ospedale pediatrico, sono la seconda causa di morte tra i più giovani (0-14 anni), ma è alta la percentuale di quanti riescono a guarire, grazie al progresso della ricerca e delle cure: oltre l’80%.

Nelle pagine del magazine, gli esperti dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede riassumono le informazioni sulle patologie oncoematologiche più frequenti nei bambini e negli adolescenti, sui percorsi di cura, sul significato di alcuni esami diagnostici e sulla preparazione necessaria per eseguirli. «L’obiettivo di questa breve guida – spiega Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-ematologia del Bambino Gesù – è fornire uno strumento di orientamento nel mondo dell’onco-ematologia pediatrica alle famiglie che devono improvvisamente affrontare una realtà nuova e difficile come quella che si configura dopo una diagnosi di neoplasia». Un periodo, osserva, in cui c’è «la necessità urgente di intraprendere un percorso di diagnosi e di cura che passa attraverso esami clinici e strumentali che richiedono una grande collaborazione da parte del bambino e della sua famiglia. La comunicazione trasparente con le famiglie e con i bambini e i ragazzi in cura – aggiunge Locatelli – è fondamentale nel percorso terapeutico». Proprio per questo le indicazioni contenute nella guida «rappresenteranno degli spunti importanti e utili per facilitare il dialogo tra personale sanitario, famiglia e paziente e, quindi, in ultimo, per costruire l’alleanza terapeutica fondamentale in questo impegnativo percorso».

Ancora poco conosciute le cause dei tumori in età pediatrica, che rappresentano uno dei campi di ricerca in oncologia. A oggi è stata dimostrata l’esistenza di precisi fattori di rischio sia ambientali che genetici solo in una minoranza dei pazienti (4-6% dei casi). In pochi casi, la genesi del tumore può avere origine anche da agenti infettivi. La forma di tumore più frequente in età pediatrica, informano i medici, è la leucemia acuta (33% dei casi), seguita dai tumori cerebrali (25%) e dai linfomi (15%). In ogni caso, la diagnosi di tumore si avvale di una serie di esami sia di laboratorio che strumentali. L’obiettivo: evidenziare la presenza di cellule tumorali nell’organismo e definire sia l’estensione che la tipologia di tumore. Per ogni esame utile ad ottenere una diagnosi, nella guida si spiega a cosa serve, in quali casi si esegue, come si procede, le precauzioni da prendere e quanto è invasivo per il bambino.

I tumori pediatrici, chiariscono gli esperti, «sono patologie sempre più curabili». La probabilità di guarigione, negli ultimi decenni, è in aumento costante e progressivo. Il miglioramento dei risultati «è dovuto alle conquiste della ricerca scientifica, alle maggiori conoscenze delle caratteristiche cellulari, metaboliche e molecolari dei tumori pediatrici che consentono di effettuare terapie personalizzate e a trattamenti farmacologici (chemioterapia) e non (radioterapia, chirurgia), sempre più mirati ed efficaci». Per alcuni tipi di tumore oggi sono disponibili «strumenti terapeutici molto avanzati, come il trapianto di midollo e l’immunoterapia anche con cellule geneticamente modificate per aggredire il bersaglio tumorale, di cui i medici italiani sono stati promotori e pionieri».

Dal 2003 al 2008 la sopravvivenza dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 19 anni dopo 5 anni dalla diagnosi della malattia è arrivata a valori intorno all’80%. Si calcola che ad oggi 1 giovane su 800 all’età di 20 anni sia guarito da un tumore dell’età pediatrica. Sono i tumori del sangue a mostrare i successi maggiori, con una sopravvivenza che, in alcuni tipi di leucemia, oggi supera il 90% dei casi. «La consapevolezza sempre crescente sulle patologie oncoematologiche del bambino e dell’adolescente – conclude Locatelli – ha permesso di migliorare significativamente i trattamenti e di ottimizzare i percorsi di cura, adattandoli all’età del bambino, alla sua capacità collaborativa e alle caratteristiche biologiche della malattia. Fondamentale per ottimizzare le probabilità di guarigione è che anche i soggetti adolescenti (fino ai 18 anni) vengano trattati in strutture pediatriche con protocolli pediatrici».

19 dicembre 2019