I rifugiati in Italia, tra diritti negati e burocrazia

Nel Rapporto 2022 del Centro Astalli – dedicato a David Sassoli e al suo «sogno di un’Ue solidale, aperta e inclusiva» – il bilancio di un anno: 67mila i migranti sbarcati. Raddoppiati anche i minori

Sfogliando le 150 pagine del Rapporto 2022 del Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, sembra di consultare la mappa dei diritti negati in un’Italia che imbocca varie strade per fare fronte alle emergenze ma scarseggia di percorsi di integrazione e di accoglienza. Presentata questa mattina, martedì 12 aprile, nella Sala Squarzina del Teatro Argentina, la pubblicazione è dedicata a David Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo, morto l’11 gennaio scorso. A Sassoli e al suo «sogno di un’Unione europea solidale, aperta e inclusiva» si legge nel volume che traccia il bilancio dell’attività svolta nel 2021, onorando gli insegnamenti del fondatore padre Pedro Arrupe, il cui motto era «Accompagnare, servire e difendere» i rifugiati.

Nonostante le tante limitazioni imposte dalla pandemia, il Centro Astalli, che nel 2021 ha celebrato 40 anni di attività, ha mantenuto quanto più possibile un approccio di prossimità per far fronte a un numero sempre maggiore di richieste. In particolare, si è assistito al cosiddetto fenomeno dei “ritorni”, vale a dire rifugiati che, dopo anni, sono tornati a rivolgersi a servizi di prima assistenza a causa delle difficoltà economiche legate alla crisi dei settori lavorativi. Con l’allentare delle restrizioni è stato poi possibile riprendere il fisiologico turnover all’interno delle strutture di accoglienza. A Roma le persone accolte nei centri Sai (Sistema accoglienza diffusa), nelle case-famiglia, nelle comunità di ospitalità e in co-housing sono state complessivamente 266 (138 uomini e 128 donne), dei quali 71 minori e 101 giovani tra i 18 e i 30 anni. In 1.634 hanno invece fatto richiesta di servizi ambulatoriali, l’11% donne e l’89% uomini, in prevalenza provenienti dalla Somalia.

Ma oltre a dar conto di dati e statistiche relative al 2021 – 17mila gli utenti incontrati nelle 8 sedi territoriali, di cui 10mila a Roma, 2mila dei quali hanno usufruito della mensa che ha distribuito 46.027 pasti (con una media di 190 al giorno), per citare alcune cifre -, la pubblicazione fa da cassa di risonanza alle preoccupazioni, agli auspici e alle proposte del Centro Astalli. In primo luogo, facendo riferimento ai diritti ancora poco esigibili, il Servizio dei Gesuiti richiama alla necessità di snellire la burocrazia che spesso ostacola richiedenti e titolari di protezione internazionale «nel fruire realmente di diritti che dovrebbero essere loro garantiti per legge – si legge nel Rapporto -. Uno dei primi scogli è ormai da anni l’iscrizione anagrafica, che rappresenta uno dei presupposti necessari per l’accesso effettivo ai diritti sociali». Situazione peggiorata con la digitalizzazione di molti uffici.

In tema di accoglienza, il Rapporto sottolinea che «non si riesce a uscire dalla logica dell’emergenza». Nel 2021 sono sbarcati sulle coste italiane 67.040 migranti, quasi il doppio rispetto ai 34.154 del 2020. I minori stranieri non accompagnati sono stati 9.478, a fronte dei 4.687 del 2020. I morti nel Mediterraneo sono stati 1.496. Due migranti su tre sono tutt’ora ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) pensati per far fronte a massicci sbarchi di migranti. Il Sistema dell’accoglienza diffusa, con piccoli numeri e progetti d’integrazione più mirati ai loro ospiti, accoglie solo 25mila persone delle 76mila presenti nelle strutture convenzionate. Il Centro Astalli, che gestisce sia alcuni Cas sia centri Sai (per un totale di 1.175 persone accolte nel 2021), «auspica che la rete Sai diventi al più presto l’unico sistema di accoglienza per richiedenti e titolari di protezione internazionale -è scritto nel volume -, affinché a tutti possa essere garantito un efficace supporto all’integrazione, secondo standard uniformi». Aumentano anche i minori stranieri non accompagnati, «un’utenza particolarmente vulnerabile a cui spesso lo Stato non riesce a garantire una presa in carico specifica e protetta».

L’inserimento nel mondo del lavoro e l’esigibilità dei diritti sociali non sono, per il Centro Astalli, questioni da delegare solo al Terzo Settore. La proposta è quella di una cabina di regia con tutte le istituzioni competenti per trovare soluzioni concrete e renderle accessibili. Per promuovere maggiore conoscenza e consapevolezza sul fenomeno delle migrazioni forzate, e sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni, il Centro Astalli ha coinvolto oltre 20mila studenti in 17 città italiane in progetti didattici sul diritto d’asilo e sul dialogo interreligioso.

12 aprile 2022