I ragazzi delle parrocchie del Centro pellegrini a San Pietro

L’obiettivo: «Riaccendere la fede dopo la celebrazione della confermazione». Il mandato del cardinale Gambetti: «Andate di corsa per le strade del mondo ad annunciare il Vangelo»

Come segno visibile, i “brandea” legati al polso, cordicelle che sono state a contatto con le reliquie del primo Papa, l’apostolo Pietro. Come invito, quello «di andare di corsa per le strade del mondo ad annunciare il Vangelo, confermati nella fede da san Pietro». È il mandato del cardinale Mauro Gambetti, vicario del Papa per la Città del Vaticano, ai cresimati e ai cresimandi delle parrocchie del settore Centro che sabato 11 giugno, accompagnati da genitori, padrini, catechisti, hanno professato la propria fede sulla tomba di Pietro. La liturgia del memoriale con il rinnovo delle promesse battesimali è stata organizzata per la prima volta e ha visto anche la partecipazione dei giovani della Chiesa polacca e della comunità ghanese del centro storico battezzati e cresimati nel tempo di Pasqua. Nuovi testimoni per i quali «la Chiesa fa festa – ha detto il porporato ai ragazzi -. Non è facile, in modo particolare oggi, essere testimoni, essere cristiani. Si rischia di essere presi in giro per la propria fede, ma soltanto quelli come noi hanno il dono di poter parlare la lingua che tutti comprendono, la lingua universale, quella dell’amore. Non è semplice – ha ripetuto Gambetti – ma vi invito a scegliere di nuovo con tanta passione questa missione di portare a tutti, in casa, in famiglia, ai vostri amici, la parola dell’Amore. Siate buoni e vi accorgerete che tutti comprenderanno questa lingua e voi sarete pieni di gioia».

L’iniziativa «nasce dal desiderio di riaccendere la fede dopo la celebrazione del sacramento della confermazione – ha spiegato padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli -. Questo sacramento, infatti, non chiude un percorso di vita ma apre un lungo cammino di fede. Vorremmo estendere questo appuntamento a tutte le parrocchie di Roma affinché ogni settore della diocesi abbia il suo pellegrinaggio sulla tomba di Pietro». I gruppi, provenienti tra l’altro da Santa Maria in Trastevere, Santa Maria in Aquiro, Santa Maria ai Monti, San Saba e Santa Maria in Vallicella, sono stati accolti in piazza del Sant’Uffizio dal vescovo del settore Centro Daniele Libanori e da fra Agnello Stoia, parroco di San Pietro. In prossimità della solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, «il pellegrinaggio vuole infondere la forza di essere evangelizzatori – ha spiegato il presule -. La Chiesa ha bisogno di ritrovare il gusto di essere popolo, per i ragazzi poi è anche l’occasione per conoscere altre realtà parrocchiali». Padre Agnello ha rimarcato che «è la chiesa di Roma che viene presso il suo santuario – che è anche il santuario delle Nazioni – a confermare la fede dei cresimandi sulla tomba dell’apostolo Pietro nelle mani del vicario per la Città del Vaticano del Papa, nostro vescovo. Speriamo che questa esperienza si consolidi e che un giorno tutti i cresimati della diocesi di Roma possano venire qui, a San Pietro, ed essere accolti dal pontefice».

Dopo aver varcato la Porta del Filarete, la più antica di San Pietro, commissionata nel 1433 da Papa Eugenio IV, i partecipanti hanno raggiunto in processione l’altare della Confessione. Al termine di un momento di preghiera e del rinnovo della professione di fede, i sacerdoti presenti hanno legato al polso dei cresimati e cresimandi una cordicella rosso scarlatto, colore della carità e dell’offerta della vita per Gesù. Dall’antichità sono chiamati “brandea”, pezzi di stoffa che sono stati a contatto con le reliquie dei santi. «È stato un momento molto commuovente – ha detto Regina, 13 anni, che ha ricevuto il sacramento il 24 aprile -. Sugella il mio voler essere testimone dell’amore di Cristo». Maria, 14 anni, mostrerà «questo simbolo con orgoglio. È vero che oggi non è facile testimoniare la propria fede ma voglio impegnarmi nel farlo». Alessandro, 15 anni, ha partecipato «molto volentieri a questa iniziativa per avere un’ulteriore benedizione. Dopo due anni di Covid vedere tanta gente e tanti coetanei uniti in preghiera è una grande gioia».

13 giugno 2022