I piccoli dell’Acr da Francesco per «dare vita alla pace»

Da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro la tradizionale Carovana organizzata dai ragazzi dell’Azione cattolica di Roma. Il progetto di solidarietà per il Sahel. L’assistente don Alfredo: «Beati i piccoli, semi di speranza per l’umanità»

Roma e Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, distano circa 3.500 km. Sei ore e mezza di aereo, oppure, per i bambini dell’Azione cattolica, come quelli della parrocchia San Gaetano di Thiene a Tor di Quinto, solo un minuto. Il tempo di spiegarti che «là serve l’acqua, perché c’è il deserto», così loro hanno raccolto dei soldi «vendendo i biscotti» e «organizzando un torneo», per costruire dei pozzi «e aiutare i fratelli che ci abitano».

La Carovana della Pace 2015, organizzata domenica 25 gennaio dall’Azione cattolica dei ragazzi della diocesi di Roma, sta tutta in questo minuto di “spiegazione” dell’iniziativa di solidarietà scelta per quest’anno dall’Ac nazionale “Dai vita alla pace”. I fondi raccolti da ogni associazione parrocchiale nel mese di gennaio e consegnati ieri, all’inizio della carovana, in salvadanai fantasiosi realizzati dai bambini con i loro educatori, confluiranno infatti nel progetto “Acqua per il Sahel” – promosso con i “Fratelli della Sacra Famiglia” in Burkina Faso – per l’acquisto di alcune macchine per l’estrazione di acqua dal sottosuolo. Una spiegazione scintillante di apparecchi per i denti su visetti vispi dipinti con il simbolo della pace. Un’interpretazione semplice ma non per questo superficiale, anzi. Perché, come tiene a sottolineare don Alfredo Tedesco, assistente diocesano Acr, «i bambini che fanno una Carovana della Pace dicono agli adulti che creare un mondo giusto è compito di tutti, nessuno escluso, quindi beati i costruttori di pace ma anche beati i piccoli, semi di speranza per l’umanità».

Ma se i semi crescono silenziosamente, le centinaia di bambini che hanno pacificamente occupato lo spazio davanti Castel Sant’Angelo per la trentesima edizione della manifestazione sono stati tutto tranne che silenziosi. Il perché, fra trombette, canti e tamburelli, lo chiarisce bene una giovane educatrice della parrocchia di Santa Maria Consolatrice: «Noi siamo qui perché vogliamo testimoniare, con la nostra presenza e le nostre urla, il nostro messaggio di pace verso il mondo intero: perché chi vuole la pace non deve mai, mai stare in silenzio!».

Una Carovana rumorosa e allegra perciò, con in testa lo striscione della parrocchia San Barnaba, vincitrice del contest per lo striscione più bello, animata dall’ACR Band e accompagnata fino a piazza San Pietro dai responsabili diocesani e nazionali dell’associazione, uniti attorno ai suoi membri più giovani. Fra questi anche monsignor Mansueto Bianchi, assistente generale di AC, che ha definito la giornata «un investimento di speranza per il futuro», ricordando come sia «importantissimo crescere nella pace», «perché questa diventi il clima normale della vita, cosa che purtroppo non è ancora per tantissime popolazioni nel mondo»; un messaggio portato dai piccoli, che «in questo periodo di tensioni internazionali, risulta poi particolarmente simbolico».

Dopo aver ricevuto i saluti e la benedizione del cardinale vicario Agostino Vallini, i bambini hanno quindi partecipato all’Angelus del Papa, al termine del quale il Santo Padre si è rivolto a loro ringraziandoli e incoraggiandoli «a proseguire con gioia il cammino cristiano, portando a tutti la Pace di Gesù». Quindi, a nome di tutti, due ragazzi dell’associazione, Chiara e Gabriele, sono saliti nello studio papale per leggere un messaggio rivolto a Francesco e al mondo, in cui con forza hanno ribadito l’importanza di accogliere tutto il mondo come casa e tutti gli uomini come famiglia: «Veramente crediamo – ha letto Chiara – che la Pace possa esistere solo se tutti ci riconosciamo fratelli! Solo così i conflitti potranno finire! Con l’aiuto di Dio, Ti chiediamo di portare al cuore di ogni persona questo messaggio di Pace. Papa, Te queremos mucho!».

26 gennaio 2015