I Papi dei concili dell’era moderna, una mostra​ per onorare Paolo VI

Inaugurata ai Musei Capitolini con il cardinale Pietro Paroli, il presidente del Senato Elisabetta Casellati e il sindaco Virginia Raggi. Il Segretario di Stato: «Vaticano II bussola per i Papi e i fedeli»

In occasione della canonizzazione di Papa Paolo VI, annunciata da Francesco per il prossimo mese di ottobre, fino 9 dicembre 2018 le sale terrene dei Musei Capitolini ospiteranno la mostra “I Papi dei Concili dell’era moderna. Arte, Storia, Religiosità e Cultura”. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, è stata presentata in anteprima ieri mattina, 16 maggio, a tre visitatori d’eccezione: il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, il presidente del Senato Elisabetta Casellati e il sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi.

«Paolo VI, cui questa mostra è dedicata, è stato il grande “traghettatore” del Concilio Vaticano II, aperto nel 1962 da Giovanni XXIII e che lui portò a termine nel 1965 – ha chiosato il cardinale Parolin a margine della visita -; quel Concilio aprì la Chiesa alle nuove sfide della società moderna e manifestò la volontà di renderla più vicina al suo popolo, creando ponti e avviando un autentico dialogo». Il porporato ha sottolineato come «tutti i Concili ecumenici hanno avuto valore non solo per la storia della Chiesa ma per il corso degli eventi storici in generale, caratterizzando sempre tempi e momenti nodali», e tuttavia il Concilio Vaticano II «rappresenta il punto di riferimento cui tutti i pontefici che si sono da lì in poi succeduti sul soglio di Pietro hanno guardato come ad una bussola, come ha detto in modo chiaro Benedetto XVI».

Accompagnati da due dei curatori – Daniela Porro, direttore del Museo Nazionale Romano e Antonio D’Amico, coordinatore dei contenuti del catalogo – Parolin, Casellati e Raggi hanno percorso le tre piccole sale attraverso cui si snoda l’esposizione e dedicate ciascuna ad un Concilio ecumenico: quello di Trento, del Cinquecento, e Vaticano I e II, convocati tra Ottocento e Novecento. Trenta le opere esposte tra dipinti, sculture, argenti e tessuti liturgici rari e preziosi. La mostra si apre con una panoramica sui protagonisti del Concilio di Trento, a partire da Papa Paolo III Farnese del quale è possibile ammirare due ritratti, per la prima volta l’uno accanto all’altro: uno eseguito da Jacopino del Conte nel 1545 e proveniente dalla sacrestia della basilica di Santa Francesca Romana, l’altro di Cesare Fratino, realizzato nel 1949.

Per la storia dell’arte, quello di Trento fu un Concilio significativo in quanto il documento numero 25 delle Costituzioni comprendeva indicazioni per gli artisti: nella pittura, in particolare, acquisirono un ruolo centrale le figure dei santi che divennero oggetto di catechesi; presso la mostra è esposto un inedito dipinto di Federico Barocci, pittore interprete delle direttive conciliari, che raffigura Santa Apollonia, martire alessandrina del III secolo. Nella sala dedicata al Concilio Vaticano I, voluto da Pio IX nel 1869, è possibile ammirare, tra le altre opere, la “Proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione” eseguita nel 1856 da Francesco Podesti e proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ancona: rimanda alla dichiarazione del principio di fede proclamato dal pontefice proprio a ridosso della riunione ecumenica. Ancora, è esposta la croce processionale con la quale Pio IX aprì il Concilio.

Sono le immagini d’archivio di Papa Giovanni XXIII che la sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II, tenne il celebre “discorso alla Luna”, ad accogliere il visitatore nell’ultima sala. Vi è esposto, tra le altre opere, un ritratto di Papa Roncalli eseguito dal suo amico d’infanzia Natale Bertuletti e proveniente dal Seminario Romano Maggiore. Dalla Collezione Paolo VI di Concesio, a Brescia, provengono invece il ritratto a figura intera di Papa Montini eseguito da Dina Bellotti e la scultura in bronzo del pontefice di Enrico Manfrini.

 

17 maggio 2018