I leader religiosi a confronto sulle sfide mondiali

Il 7° G20 Interfaith Forum, dal 13 al 17 ottobre. Il cardinale Ayuso: «Vi invito a unirvi al Papa nell’avventura della fraternità». Bartolomeo I: «Più solidarietà»

Leader della grandi tradizioni religiose mondiali, personalità del mondo politico e culturale: sono circa 500 i partecipanti al 7° Forum interreligioso annuale del G20 (Interfaith Forum), convocato in modalità online dal 13 al 17 ottobre. Alla vigilia del G20 dei leader politici in Arabia Saudita, un vero e proprio summit per un confronto ad alto livello su come le tradizioni religiose possano collaborare per combattere le sfide sul campo: il coronavirus ma anche le disuguaglianze e i cambiamenti climatici. A dare il via alla sessione plenaria, Abdullatif Al-Sheikh, ministro degli Affari religiosi del Regno di Arabia Saudita.

In apertura, a rappresentare la Santa Sede, il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che ha evidenziato la «reale necessità» per la famiglia umana di «riunirsi con spirito unificato e in vera amicizia per proporre risposte ai nostri problemi comuni». Specie nel «momento molto buio» che il mondo sta attraversando, che «richiede risposte e soluzioni adeguate ai problemi della nostra esistenza. Noi, in particolare come leader religiosi – ha aggiunto – dobbiamo essere un contagio di speranza». Accanto al porporato, il patriarca ecumenico Bartolomeo, il segretario generale della Lega musulmana mondiale Mohammad Al-Issa e il rabbino capo Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei.

Per Ayuso, è «responsabilità» dei leader religiosi dare testimonianza alle società in cui viviamo di «unità, solidarietà e fraternità. Quello che Papa Francesco ha proposto a tutti noi nella nuova enciclica “Fratelli tutti” è essenziale se vogliamo davvero trovare una “terapia” adeguata a porre fine a questa crisi mondiale e per prevenirne un’altra in futuro», ha sottolineato. Di qui l’invito a «unirvi a Papa Francesco in questa avventura di promozione della fraternità e dell’amicizia sociale. In questo modo, possiamo lavorare insieme per superare le sfide che l’umanità sta affrontando, sperando che noi, come leader religiosi, possiamo promuovere, sostenere e incoraggiare le comunità e le persone di tutto il mondo a cercare solo il bene comune e la dignità di ogni persona umana». Oltre la tentazione di «limitare la fraternità solo a coloro che condividono le stesse idee o il contesto culturale» o quella dell’indifferenza e dell’avidità. Nelle parole del cardinale, ai leader religiosi è chiesta oggi la risposta a una particolare vocazione: costruire «una società civile che includa tutti e rifiuti la cultura dello scarto». Essere, insomma, «veri messaggeri di unità, solidarietà e fraternità».

Solidarietà che deve tradursi in azione politica e impegno contro ogni forma di ingiustizia e disuguaglianza, ha sottolineato il patriarca ecumenico Bartolomeo I, nel suo videomessaggio al Forum. «Come è scritto nella Bibbia – ha ricordato -, se una parte soffre, tutte le altre parti soffrono. Se una parte è disonorata, tutte le altre parti lo sono». Il 2020 «è stato un anno ricco di sfide per molte persone, a causa del coronavirus. Con tristezza – ha continuato il patriarca – abbiamo visto morire molte persone e questa nuova situazione ha peggiorato il gap tra ricchi e i poveri, ha reso più complesso il sistema sanitario, ha spesso impedito l’accesso alle necessità basilari, come cibo, acqua e casa».

Alla sfida della povertà, Bartolomeo ha aggiunto anche quella migratoria, ricordando i migranti, rifugiati e richiedenti asilo che purtroppo continuano a «perdere la loro vita nel Mar Mediterraneo e soffrire molto». Ancora, il patriarca ha ricordato il movimento del “black lives deserve”, sorto negli Stati Uniti a seguito delle violenze contro la popolazione di origine afro. «Vorremmo ricordare – ha detto – che la dignità umana non ha colore, gender, età, etnia o religione. Tutti hanno lo stesso valore e quindi tutti devono essere rispettati e trattati equamente come persone umane», dato che «Dio dà valore infinito a ogni vita umana». Ai leader religiosi il Patriarca ha chiesto quindi di «unire le voci per combattere ogni forma di ineguaglianza» mentre ha chiamato i leader politici ad agire con “tolleranza zero” contro «ogni ingiustizia e forma di discriminazione». Il mondo oggi, ha ribadito, ha bisogno di «solidarietà, tolleranza e cooperazione», di persone capaci di «costruire ponti e tessere fiducia».

Dopo la giornata introduttiva, nelle diverse sessioni, fino al 17 ottobre, i partecipanti al Forum si confronteranno su come le religioni possono agire come fattori di pacificazione nei conflitti, combattere le sfide aperte dall’epidemia, sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili, affrontare le minacce del cambiamento climatico.

14 ottobre 2020