I giovani romani? Disillusi ma non sfiduciati

Il 10 giugno i dati della ricerca Acli-Cisl “Avere 20 anni”. Il 32% fa volontariato. Maurizio Sorcioni: potenzialità da cogliere

Il 10 giugno la presentazione della ricerca Acli-Cisl “Avere 20 anni”. I ragazzi sempre più lontani dalla politica, il 32% fa volontariato

Più di mille giovani romani interpellati su lavoro, stili di vita, speranze e obiettivi. Nel complesso sono stati raccolti 1029 questionari, compilati per il 54,4% da ragazze. Molto bassa l’età media del campione: 21 anni. Quasi due intervistati su tre oltre a studiare fanno anche dei «lavoretti», contribuendo così alle proprie spese personali e al mantenimento della famiglia d’origine. Il 32,6% degli intervistati dichiara di fare volontariato. È «intensa» la giornata dei giovani romani, fitta d’impegni: la scuola o la ricerca del lavoro, il volontariato e poi, magari la sera e «in nero», un «lavoretto per arrotondare».

Sono alcuni dei dati di “Avere 20 anni, pensare al futuro”, un’indagine realizzata nell’ambito del progetto Job to Go, voluto dalle Acli provinciali di Roma e dalla Cisl Roma Capitale e Rieti, che saranno presentati domani, 10 giugno, alle 10.30 all’ostello “Don Luigi Di Liegro”. «Nell’’86 il Censis fece un’indagine simile – ricorda, commentando la ricerca, il giornalista Maurizio Sorcioni -, i dati sono molto simili a quella che, come accade ai nostri giorni, era un’epoca di grandi cambiamenti. Oggi come allora, ciò che preoccupa è che continuiamo a “bruciare” il grande potenziale dei nostri giovani che si sentono sempre più messi da parte».

Una delle conseguenze di questo isolamento è anche la disaffezione delle nuove generazioni nei confronti della gestione della cosa pubblica: «Il 39% del campione intervistato – continua Sorcioni – prova rabbia e disgusto quando si parla di politica. È uno scenario che rispetto a 20 anni fa diventa più complesso, anche perché questi ragazzi sono molto più preparati di quanto lo fossero i loro coetanei in passato. Anche questo alimenta in loro frustrazione e scoraggiamento, generando un’inevitabile propensione a lasciare l’Italia».

Distacco, indifferenza e disinteresse,
quindi, per le opportunità offerte dal sistema scolastico e dal welfare. I giovani romani sembrano disillusi ma non completamente sfiduciati: «È molto interessante notare ad esempio – conclude Sorcioni – come una buona percentuale del campione intervistato s’impegni nel volontariato. Bisognerebbe riuscire a sfruttare queste potenzialità; la politica dovrebbe impegnarsi a farlo anche per riappropriarsi di un minimo di credibilità nei confronti di questi ragazzi».

9 giugno 2016