I giovani e l’esperienza della pandemia

La tavola rotonda promossa dal Servizio diocesano. Esperienza del limite, prospettiva della morte e incertezza: l’analisi di Bignardi e Mammì

La pandemia ha lasciato un segno profondo sui giovani, costretti a fare i conti con l’esperienza del limite, con la prospettiva della morte e con un’esistenza costellata da maggiori incertezze e sospensioni. Se ne è parlato venerdì 21 maggio nel corso della tavola rotonda sul tema “Niente sarà più come prima, oltre l’emergenza della pandemia”, promossa dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile guidato da don Alfredo Tedesco e trasmessa sui canali social.

Ad aprire l’incontro, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi: «In tempo di Covid la questione giovanile ci interpella come Chiesa e come società civile – ha esordito -. La domanda che ci dobbiamo porre è: “La comunità cristiana si lascia provocare dall’incontro con i ragazzi?». Ricordando le parole del vicario Angelo De Donatis al Convegno diocesano del 2017 con gli operatori pastorali, il presule ha poi commentato la figura di Eutico, il ragazzo citato negli Atti degli Apostoli, preso da un sonno profondo mentre Paolo parlava: «Dobbiamo chiederci se è stata la comunità cristiana ad addormentarsi e a perdere la duttilità che le permetteva di farsi vicina a tutti – ha aggiunto -.  È importante dunque convertirci a quella attenzione ai giovani a cui il Signore ci chiama». Uno sguardo preferenziale che è reso possibile soprattutto dalla conoscenza della loro condizione.

A tale proposito, centrale è stato l’intervento di Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo, la quale ha presentato l’impatto che il Covid ha avuto sulle nuove generazioni. Quattro le indagini alla base dei dati esposti: il Rapporto Giovani 2021; due rilevazioni effettuate ad aprile e ottobre 2020; una ricerca qualitativa. «Un elemento emerso è che la scuola continua a rappresentare una delle istituzioni verso cui i giovani nutrono il livello più alto di fiducia – ha spiegato -. Non si è spenta la voglia di investire sulla propria formazione culturale, anche se, per il 70% degli intervistati, il futuro si presenta come un elemento pieno di rischi». Una sfiducia che rende più faticosa la transizione alla vita adulta: «Il 35% dei giovani tra i 18 e i 34 anni afferma di non vivere autonomamente perché non in grado di affrontare i costi di un’abitazione – ha proseguito -. I più in difficoltà sono i neet, i giovani che non studiano e non lavorano e per i quali l’Italia ha il record in Europa».

Bignardi ha poi messo in risalto altri due elementi emersi dagli studi: «Il primo è la percezione della disuguaglianza, per cui il 42% dei giovani ha la percezione di essere in una condizione economica peggiore rispetto al 2019; l’altro riguarda le giovani donne, i cui indicatori parlano di un loro minore benessere rispetto agli uomini e di un più accentuato disagio». Una situazione critica, insomma, che ha contribuito a far emergere anche importanti interrogativi: «L’esperienza della morte in solitudine ha fortemente impressionato i giovani, che si sono ripensati e hanno iniziato a interrogarsi sulla vita – ha concluso -. Anche Dio è stato messo in gioco con delle domande che richiedono un accompagnamento».

La parola è quindi passata all’assessore capitolino alla Persona, scuola e comunità solidale Veronica Mammì, la quale ha sottolineato come «di fronte a ciò il ruolo delle istituzioni sia offrire servizi adeguati, oltre che garantire la presenza e l’ascolto». A ribadire la centralità di un’alleanza con i giovani, anche Alessandro Ricci, professore all’Università Pontificia Salesiana; fra Alessandro Ciamei, responsabile emerito della pastorale vocazionale francescana, e Pino Rolli del Progetto Orientamento Giovani. Spazio, infine, al “grido” dei ragazzi, come Cristina, laureata in Scienze politiche: «In questo tempo tragico ho riscoperto la mia famiglia e ho ritrovato il coraggio di ascoltare me stessa». Forte anche la testimonianza di Tommaso, maturando al liceo Amaldi: «La pandemia ci ha fatto fare degli step irreversibili; ciò che conta però è non arrendersi mai e raggiungere i propri obiettivi».

24 maggio 2021