I giovani e la fede nel rapporto dell’Istituto Toniolo

Intervistati 150 ragazzi tra i 19 e i 29 anni. Diffusa un’idea “personalizzata” di Dio e l’immagine di Francesco come “salvatore” della Chiesa

Intervistati 150 ragazzi di 19-21 anni e di 27-29 anni. Diffusa un’idea “personalizzata” di Dio e l’immagine di Francesco come “salvatore” della religiosità e della Chiesa

Centocinquanta intervistati distribuiti in tutto il Paese, tutti battezzati, appartenenti a due fasce d’età: 19-21 anni e 27-29 anni. Sono i protagonisti dell’indagine “Giovani e fede”, sviluppata nel 2013 a seguito del Rapporto Giovani, progetto realizzato dall’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano. Coinvolti 23 intervistatori di età compresa tra i 23 e i 30 anni. I giovani hanno risposto a domande sul loro rapporto con la fede, le loro credenze, i loro atteggiamenti nei confronti della religione e sui loro ricordi del catechismo, raccontando la loro esperienza religiosa. Il risultato: un’idea di Dio «personalizzata come di proprietà del singolo», di una fede che «deve incidere sulla vita concreta e sui rapporti con il prossimo altrimenti non ha senso» e una certa confusione relativamente alla differenza tra cristianesimo e cattolicesimo.

Dopo una prima analisi dei risultati, sono stati selezionati, nel gruppo dei 150, 50 intervistati che erano credenti più convinti, avevano avuto o avevano ancora un ruolo educativo o animativo nella comunità di appartenza oppure si era allontanti per poi riavvicinarsi alla fede. Con essi è stato svolto un ulteriore approfondimento attraverso una seconda intervista i cui risultati sono confluiti nel libro “Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia”, pubblicato da Vita e Pensiero (2015), curato da Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, e da Rita Bichi, ordinario di sociologia alla facoltà di Scienze politiche e sociali della Cattolica di Milano. Per i giovani, i cattolici sono percepiti come «bacchettoni» mentre Papa Francesco è considerato «decisivo per rinnovare il messaggio e visto come una sorta di “salvatore” della religiosità e della Chiesa».

17 dicembre 2015