I genitori di Teresa di Lisieux proclamati santi da Francesco

Canonizzata per la prima volta una coppia di coniugi non martiri. Con loro anche don Vincenzo Grossi e suor Maria dell’Immacolata Concezione

Canonizzata per la prima volta una coppia di coniugi non martiri. Con loro all’onore degli altari anche don Vincenzo Grossi e suor Maria dell’Immacolata Concezione

Nel cuore dei lavori del Sinodo dedicato alla famiglia, Francesco ha canonizzato ieri, domenica 18 ottobre, in piazza San Pietro la prima coppia di sposi non martiri. Si tratta di Ludovico Martin (1823-1894) e Maria Azelia Guerin (1831-1877): i genitori di santa Teresa di Lisieux, già canonizzata nel 1925, additati come modello a tutta la comunità ecclesiale per la «straordinaria testimonianza di spiritualità familiare». Con loro sono stati elevati all’onore degli altari anche don Vincenzo Grossi, fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, e Maria dell’Immacolata Concezione, superiora generale della congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce.

Guardando alla via «dell’amore e del servizio» indicata da Cristo, Francesco ha evidenziato che «c’è incompatibilità tra un modo di concepire il potere secondo criteri mondani e l’umile servizio che dovrebbe caratterizzare l’autorità secondo l’insegnamento e l’esempio di Gesù. Incompatibilità tra ambizioni, arrivismi e sequela di Cristo; incompatibilità tra onori, successo, fama, trionfi terreni e la logica di Cristo crocifisso». C’è invece «compatibilità – ha evidenziato – tra Gesù “esperto nel patire” e la nostra sofferenza». Di fronte a gente che «briga per ottenere il potere e il successo, per farsi vedere, di fronte a gente che vuole siano riconosciuti i propri meriti, i propri lavori, i discepoli sono chiamati a fare il contrario». Gesù infatti «indica il servizio quale stile dell’autorità nella comunità cristiana».

L’invito è allora a «cambiare mentalità e a passare dalla bramosia del potere alla gioia di scomparire e servire; a sradicare l’istinto del dominio sugli altri ed esercitare la virtù dell’umiltà». Il modello è Cristo stesso, e il suo sacerdozio «di misericordia e di compassione»: la sua gloria, ha osservato, «è la gloria di amare gli uomini, assumere e condividere la loro debolezza e offrire loro la grazia che risana, accompagnarli con tenerezza infinita, accompagnarli nel loro tribolato cammino». Un sacerdozio al quale partecipa ogni battezzato. Pertanto, ha aggiunto ancora il pontefice, «tutti possiamo ricevere la carità che promana dal suo Cuore aperto, sia per noi stessi sia per gli altri». Sul modello, appunto, dei quattro nuovi santi, che «hanno costantemente servito con umiltà e carità straordinarie i fratelli, imitando così il divino Maestro».

Una «testimonianza luminosa», la loro, che «ci sprona a perseverare sulla strada del servizio gioioso ai fratelli». In particolare, «i santi coniugi Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin – ha rilevato il Papa – hanno vissuto il servizio cristiano nella famiglia, costruendo giorno per giorno un ambiente pieno di fede e di amore; e in questo clima sono germogliate le vocazioni delle figlie, tra cui santa Teresa di Gesù Bambino. Alla loro intercessione affidiamo le gioie, le attese e le difficoltà delle famiglie francesi e di tutto il mondo».

19 ottobre 2014