I funerali di Michelle Causo. Reina: «La sua morte ci deve mettere tutti in discussione»

Presieduta dal vescovo del settore Ovest, vicegerente della diocesi, la Messa di esequie della 17enne uccisa a Primavalle da un suo coetaneo. L’invito a «ribellarci a un mondo guasto e far sì che il dolore di un’intera città, divenuto denuncia, si traduca in un cambiamento»

Nel giorno dell’ultimo saluto a Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa mercoledì scorso da un suo coetaneo a Primavalle, «sconfitti e affranti, dovremmo tutti, società civile e mondo ecclesiastico, riflettere su come stiamo educando i giovani». E ancora, «dovremmo ribellarci a un mondo guasto e far sì che il dolore di un’intera città, divenuto denuncia, si traduca in un cambiamento». È un appello alle agenzie educative a «mettersi in discussione» e ai giovani a «prendersi cura della loro vita» quello lanciato dal vescovo del settore Ovest e vicegerente della diocesi Baldo Reina che oggi, 5 giugno, ha presieduto i funerali della ragazza nella parrocchia di Santa Maria della Presentazione a Torrevecchia. Nel giorno di lutto per una vita spezzata, il vescovo ha chiesto preghiere «anche per chi si è macchiato di questo terribile crimine e per la sua famiglia».

La chiesa ha iniziato a riempirsi già un’ora prima della Messa, concelebrata dai sacerdoti della prefettura. Tra i parenti, il primo ad arrivare è stato il nonno materno Elio, seguito dai genitori di Michelle ai quali il vescovo ha portato il cordoglio di Papa Francesco. All’esterno della parrocchia molti amici e conoscenti, con in mano palloncini bianchi e rosa – fatti volare al termine della liturgia -, hanno accolto il feretro con un lungo applauso. Ai piedi dell’altare, vicino alla bara bianca, un cuscino di rose rosse a forma di cuore con la scritta “Ti amo” formata da rose bianche, voluto dal fidanzato della ragazza, Flavio.

Siamo nell’estrema periferia della Capitale, a un paio di chilometri dal Grande raccordo anulare, ma «il degrado – ha osservato il presule – non è in un quartiere o in una periferia. È nel cuore di ognuno di noi. È nella cultura che respiriamo, nella mentalità che tutti contribuiamo a creare, nel deserto dell’anima, immolando sull’altare dell’egoismo umano vittime sacrificali. La morte di Michelle ci deve mettere tutti quanti in discussione – sono ancora le parole di Reina -, perché quello che è successo a lei poteva succedere a chiunque».

Il brano del Vangelo scelto per la celebrazione è stato quello del chicco di grano che solo se cade nella buona terra porta molto frutto. Perché solo l’amore salva. E oggi, ha rimarcato il vescovo, «abbiamo tutti bisogno di salvezza, di essere riscattati da quanto inchioda disperatamente la nostra esistenza. Abbiamo bisogno di salvezza in questo momento storico durante il quale ci sentiamo immersi in una crisi di valori senza precedenti che tutti ci divora e disorienta». La speranza del cristiano è riposta nella risurrezione e guardando la bara di Michelle, la cui bellezza è stata «offesa e trafitta – ha proseguito Reina -, i suoi sogni dissolti, interrotti i suoi progetti, soffocato il respiro della sua giovinezza», bisogna credere che «non è morta, ma vive». L’omicidio di una ragazza di 17 anni non può essere relegato a un mero fatto di cronaca ma deve essere un monito per imparare a custodire la vita.

Il pensiero del vescovo si è quindi rivolto ai giovani, implorando il Signore di «non smettere di sussurrare loro quanto è importante che si prendano cura della loro vita – le parole del vicegerente -; che non facciano le cose perché le fanno tutti, che non sprechino la vita dietro mode omicide, che abbiano il coraggio di dire di no agli spacciatori di morte, che voltino le spalle a chi li considera merce di scambio, a chi li svende per un mucchio di denari, a chi li confonde dicendo che sballo è felicità mentre è solo un terribile baratro che inghiotte corpi e coscienze». La tutela dei giovani, che «non sono solo il futuro ma sono il presente», è un dovere della società, dei genitori, della Chiesa, della politica, ha spiegato il vescovo, chiedendo «scusa» a Michelle perché forse «non siamo stati in grado di proteggerla». Agli adulti Cristo chiede di custodire «i loro sogni, la loro bellezza, la loro generosità». Ai genitori di accompagnarli «nella difficile sfida educativa». Alla Chiesa di andarli a «cercare dove vivono, dove si divertono, dove passano il tempo». Alle istituzioni, i cui rappresentanti erano in prima fila, i ragazzi chiedono «centri di socializzazione, ambienti più sicuri, luoghi più accoglienti», ha aggiunto ancora il vescovo. E rivolgendosi infine alle agenzie educative ha chiesto loro di parlare ai giovani dei valori, «testimoniandoli per primi».

5 luglio 2023