I diaconi permanenti, «testimoni autentici di carità»

Nei 40 anni dell’istituzione del ministero del diaconato permanente a Roma, la Messa per le ordinazioni presieduta dal cardinale De Donatis. L’incontro con il vescovo Brandolini

Con un invito a essere testimoni autentici della carità e del servizio, elementi costitutivi della Chiesa, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha ricordato ai diaconi permanenti che «il vescovo di Roma, il suo vicario e i suoi ausiliari hanno bisogno dei vostri occhi, capaci di vedere i lontani, come Gesù ha avuto bisogno delle mani di quei servi a Cana». Presiedendo la Messa per le vocazioni agli Ordini sacri nella basilica di San Giovanni in Laterano, venerdì pomeriggio, 9 giugno, il porporato ha infatti guardato al primo miracolo di Gesù per ribadire che i diaconi permanenti «aiutano tutti i cristiani a custodire il servizio nella Chiesa».

Ancora, affermando che «ci piace pensare che dietro l’intervento di Gesù alle nozze di Cana ci fosse anche il desiderio di dare risalto a chi è dietro le quinte e a chi serve», De Donatis ha definito i diaconi permanenti «pronti a fare qualsiasi cosa dica il Signore, come quei servi», ammonendoli però di «far risuonare la Sua parola sempre nella vostra bocca e soprattutto nel vostro cuore» affinché «predichiate più con la vostra vita che con le labbra». Per farlo, sono ancora le parole del cardinale, «non stancatevi di ascoltarlo e di guardare sempre a Lui, in particolare quando si china sui suoi discepoli per lavarne i piedi», consapevoli che «il lavante i piedi rimane Cristo, il servizio è suo, e solo per puro mistero d’amore ci ha inserito in questa esperienza». Da qui, anche il monito a essere umili: «Attenti a credere che essere diacono sia un privilegio – ha sottolineato De Donatis -: non si tratta di mettersi su un piedistallo dove si comanda, si tratta invece di servire».

Da ultimo, l’incoraggiamento ai presenti – riuniti nella cattedrale per celebrare anche i 40 anni dall’istituzione del ministero del diaconato permanente a Roma – a «essere persone di comunione e benedizione per gli altri». Dopo l’omelia sono stati 7 i nuovi ammessi tra i candidati al sacramento dell’Ordine, scandendo il loro “Eccomi” ciascuno con accanto la propria moglie perché «è giusto chiedere l’assenso anche a chi è unito a voi con un vincolo di amore», ha spiegato De Donatis.

Prima della solenne celebrazione, nella cattedrale aveva avuto luogo un momento di riflessione e di testimonianza sui “Diaconi, custodi del servizio nella Chiesa”. Moderato dal giornalista dell’Osservatore Romano Roberto Cetera, l’incontro ha visto la partecipazione del vescovo Luca Brandolini, emerito di Sora e, su incarico dell’allora cardinale vicario Ugo Poletti, nel 1982 primo responsabile del ripristino del ministero del diaconato permanente a Roma con don Franco Peracchi. «Il cardinale mi disse di procedere con coraggio ma anche con prudenza – ha ricordato il presule – perché allora i vescovi guardavano con sospetto al diaconato permanente, quasi temendo che potesse nuocere al ministero del presbiterato» mentre si trattava «di una delle rivoluzioni apportate dal Concilio Vaticano II con le due grandi costituzioni, la Lumen gentium e la Gaudium et spes, e soprattutto con il decreto per la promozione del laicato Apostolicam actuositatem». Da parte sua, il vescovo ausiliare Paolo Ricciardi, delegato diocesano per il diaconato permanente, ha riconosciuto «in questi 40 anni una crescita anche della stessa diocesi di Roma nel vedere l’essere prima del fare» e ha evidenziato come i diaconi permanenti, «chiamati a essere uomini della Parola e di parola, cioè persone affidabili, ci aiutano a ricordare l’importanza di metterci in ascolto del Signore».

12 giugno 2023