La lettera dei consacrati inscrive nella prospettiva di riforma della Chiesa promossa da Francesco il fatto che l’Anno a loro dedicato si intersechi con quello della Misericordia, «come se ci ricordasse che il primo frutto del rinnovamento del popolo di Dio, di cui i consacrati e le consacrate sono parte, sia proprio quello della misericordia». Quello appena concluso, allora, è stato un anno «vissuto come tempo di discernimento, alla luce del troppo grande amore di Dio (Gv 3,16) e del suo amore spinto al massimo (Gv 13,2), come efficace cura evangelica, l’unica capace di generare la trasfigurazione della vita, delle strutture, degli stessi carismi fino alla piena configurazione cristica, fino ad avere in noi i sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,1-11)».

La grazia di quest’Anno della vita consacrata, conclude la lettera, sta nel fatto che «abbiamo compreso che siamo all’inizio di un cammino da condividere, che non siamo chiamati a competere, ad essere Golia (1 Sam 17,1-58), ma a rifare la storia di Maria di Nazareth, ad essere misericordia (Lc 1,46-55), un lembo di tenerezza su questa piccola parte di mondo, una carezza sul mondo».

2 febbraio 2016