“I colori della pace” e quel giorno con Ban Ki-Moon

Francesca Licciardi, responsabile del nido di Sant’Egidio destinato alla chiusura, attivo dal 2007, ricorda la visita dell’allora segretario generale dell’Onu. L’assessore capitolino Pratelli (Scuola, formazione e lavoro) rinnova apertura al dialogo

Da Gaza a Kiev, fino a Roma. Negli anni sono stati i bimbi di oltre trenta nazionalità a frequentare il nido “I colori della pace”, gestito dalla Comunità di Sant’Egidio a Trastevere, uno dei quartieri storici della Capitale. Ma, a 17 anni dalla sua apertura – come polo educativo prima e come nido poi – l’asilo per i bimbi 0-3 anni chiuderà i battenti nel prossimo settembre per mancanza di fondi. «È la fine non solo di uno spazio d’insegnamento, ma anche di un luogo di incontro e di educazione alla pace, simbolo di integrazione e solidarietà». A parlare è Francesca Licciardi, responsabile del centro, che dal 2009 lavora al nido come educatrice. «Purtroppo non è stato possibile attivare una convenzione con il Comune», spiega parlando dei motivi che hanno portato alla chiusura. «Ora le famiglie di oltre trenta bambini dovranno trovare un’altra struttura per i loro piccoli».

La vicenda prende piede nei giorni scorsi, quando la Comunità di Sant’Egidio, in una nota, fa sapere che l’asilo in via dei Fienaroli verrà chiuso per mancanza di sovvenzioni. «La struttura era riuscita finora, con grandi sacrifici, a sopravvivere – mantenendo i posti di lavoro anche durante la pandemia – con quote di iscrizione contenute che consentivano la frequenza di un buon numero di minori provenienti da famiglie meno abbienti», si legge nel testo. Tuttavia, «l’assessorato alla Scuola, da cui dipende la gestione degli asili cittadini, non ha favorito l’apertura di un bando per le nuove convenzioni e neanche accordato un “contributo ponte” per permettere alla struttura di continuare a funzionare». Le perdite economiche, a oggi, sono così estese da non essere più sostenibili, tanto da costringere la Comunità a sospendere il lavoro del centro: «Da oltre due anni chiediamo all’assessorato che il Comune attivi bandi per nuove convenzioni riguardanti progetti sull’infanzia, ma non siamo stati ascoltati».

Dal canto suo l’assessore alla Scuola, formazione e lavoro di Roma Capitale Claudia Pratelli ribatte a Romasette.it che la decisione di chiudere il nido è stata «presa in modo unilaterale dai gestori, senza aver cercato nei mesi scorsi un dialogo», e che «l’annuncio della chiusura è stato appreso lo stesso giorno in cui è stato reso pubblico a mezzo stampa». Pratelli ribadisce anche di aver mostrato «la propria apertura e disponibilità al supporto» e rinnova la propria apertura al dialogo.

Attivo dal 2007, inizialmente come centro per famiglie in difficoltà socio-economica, “I colori della pace” è diventato un asilo nido privato nel 2020. Ma la sua storia è lunga e ricca di aneddoti, a cominciare dalla visita dell’allora segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. «L’emozione è stata tanta, Moon è stato accolto dai bimbi che gli hanno recitato delle poesie sulla pace», ricorda Licciardi. Nell’asilo della Comunità di Sant’Egidio bimbi provenienti da contesti diversi – molti in fuga dalla guerra e giunti in Italia proprio grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità – hanno appreso modi di vivere differenti con naturalezza. «Abbiamo portato avanti un’educazione alla pace e alla solidarietà, ma anche all’ecologia, alla sostenibilità ambientale. Oggi, i bimbi di una volta sono cresciuti, alcuni hanno sostenuto la maturità e si ricordano ancora di noi, del percorso che abbiamo fatto insieme. Questo spazio è stato fondamentale, non solo per il quartiere ma anche per tutta la città: un centro multiculturale con caratteristiche specifiche che l’hanno reso unico. Ci abbiamo creduto tanto in questo progetto e ci crediamo ancora nonostante la chiusura sia ormai prossima». (Chiara Capuani)

11 luglio 2024