Dedicata a loro l’ultima sessione del convegno ecclesiale diocesano, nella serata di lunedì 15 settembre. Dal cardinale Vallini l’invito a fare dell’«attrazione» il motore dell’iniziazione cristiana. La consegna del “mandato”
Un cantiere aperto, in cui tutti sono chiamati ad essere collaboratori del Signore con passione e lungimiranza. Il cardinale vicario Agostino Vallini ha usato questa immagine ieri, lunedì 15 settembre, nell’incontro conclusivo del convegno ecclesiale dedicato al tema “Comunità e famiglia nell’iniziazione cristiana dei figli”, per descrivere l’impegno e il lavoro necessario a rilanciare l’educazione cristiana delle nuove generazioni. A San Giovanni in Laterano, nell’ultima sessione dedicata ai catechisti, il cardinale ha tirato le fila del lavoro di confronto e analisi portato avanti nello scorso mese di giugno da 13 laboratori, e, come già fatto nell’incontro della mattina con i sacerdoti, ha ribadito i tre punti su cui centrare i nuovi percorsi per l’iniziazione cristiana: vivere la comunità parrocchiale come luogo accogliente, capace di infondere speranza e sviluppare il senso di appartenenza; coinvolgere i genitori nel rinnovamento dell’iniziazione cristiana, e pensare così a un percorso serio di catechesi per gli adulti; approfondire la fede personale. «I cambiamenti epocali – ha detto – ci chiedono il coraggio di ripensare il modo di essere apostoli e di mostrare a tanti battezzati timidi e confusi l’attrazione della fede e il volto bello di comunità gioiose e motivate». Da qui il richiamo ad una chiesa intraprendente, “in uscita”, capace di rischiare per seminare nel mondo la gioia, e nei cuori «il germe della fede e della bellezza dell’incontro con il Signore».
L’iniziazione cristiana, ha sottolineato il cardinale, «non può essere la ripetizione di cose già dette» ma deve partire dall’annuncio della fede vissuta, che precede e anima la catechesi, perché «il Vangelo entra nei cuori per attrazione, non per dovere e secondo le scadenze di un calendario». Occorre quindi suscitare interesse, far nascere il desiderio dell’incontro in un percorso «non lineare e pacifico» ma caratterizzato da «discontinuità e tempi di crisi, disponibilità e pigrizie, allontanamenti e ritorni, insieme all’opera di Dio che attraverso la nostra cooperazione trasforma le persone». I catechisti sono chiamati ad essere «gioiosi messaggeri» dell’iniziazione cristiana, capaci di coinvolgere gli altri con impegno e passione, curando la propria formazione spirituale, oltre che la conoscenza dei contenuti della fede, e sviluppando le competenze educative.
Per rispondere alla richiesta di un percorso formativo condiviso, l’Ufficio catechistico diocesano diretto da monsignor Andrea Lonardo propone una serie di incontri formativi per i catechisti, dislocati in 16 diverse sedi, in collaborazione con le prefetture, e momenti di formazione intensiva dedicati alla catechesi ai disabili (dal 21 al 23 novembre prossimi) e ai catechisti under 30 (a gennaio); disponibili poi sul sito www.ucroma.it i video sulla preparazione al battesimo, alla prima comunione e alla cresima. Nuovi linguaggi e nuove iniziative pastorali per formare nuovi catechisti, da affiancare ai più esperti, in una compresenza che, spiega monsignor Lonardo, «crea una interazione fecondissima, in cui gli uni mettono a disposizione l’esperienza, gli altri la grazia della fede giovane».
A conclusione della serata, tutti i catechisti hanno partecipato alla cerimonia del mandato, che inaugura il nuovo anno pastorale: con la memoria del battesimo e la recita collettiva della preghiera del Catechista, si è rinnovato l’impegno ad essere annunciatori e testimoni del Vangelo, per progredire nell’esperienza della fede.
16 settembre 2014