I cardinali, «evangelizzatori evangelizzati»

Il 30 settembre il nono Concistoro del pontificato di Francesco, nel quale sono stati creati 21 cardinali, da «tutte le parti del mondo». Tra loro, la prima porpora del Sud Sudan. L’invito a rispecchiarsi nell’immagine dell’«orchestra sinfonica»

«Evangelizzatori evangelizzati, e non funzionari», che, inseriti nel collegio cardinalizio, sono chiamati a lavorare «nella Chiesa e per la Chiesa», in armonia con gli altri porporati come «un’orchestra sinfonica che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità». È l’immagine usata da Papa Francesco durante il Concistoro, il nono del suo pontificato, durante il quale sabato 30 settembre ha creato 21 nuovi cardinali provenienti da «tutte le parti del mondo». Tre dall’Italia, tre dall’Argentina, due dalla Francia e dalla Spagna e poi Stati Uniti, Colombia, Tanzania, Venezuela, Svizzera, Malaysia, Polonia, Hong Kong-Cina, Portogallo, Sudafrica e Sud Sudan che ha ora il suo primo cardinale. Sono 18 i nuovi porporati con diritto di voto in un futuro conclave: Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i Vescovi; Claudio Gugerotti, prefetto per le Chiese orientali; Victor Manuel Fernandez, prefetto per la Dottrina della Fede; Emil Paul Tscherrig, nunzio in Italia; Christophe Louis Yves Georges Pierre, nunzio negli Usa; Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme; Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo; Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Cordoba; Luis Josè  Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotà ; Grzegorz Rys, arcivescovo di Lodz; Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba; José Cobo Cano, arcivescovo di Madrid; Protase Rugambwa, arcivescovo coadiutore di Tabora; Sebastian Francis, vescovo di Penang; Stephen Chow Sau-yan, vescovo di Hong Kong; François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio; Americo Manuel Alves Aguiar, ausiliare di Lisbona e vescovo eletto di Setubal; Angel Fernandez Artime, rettor maggiore dei Salesiani. A questi si aggiungono due arcivescovi e un religioso ultra ottantenni ai quali il Papa ha imposto lo zucchetto e la berretta cardinalizia perché si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa: l’83enne Agostino Marchetto, nunzio apostolico; l’84enne Diego Rafael Padron Sanchez, arcivescovo emerito di Cumanà; il 96enne Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires, assente al concistoro per motivi di salute.

Il nuovo Collegio cardinalizio è quindi composto da 242 cardinali, di cui 137 elettori e 105 non elettori. A tutti Bergoglio ha chiesto di rispecchiarsi nell’immagine dell’orchestra sinfonica fuggendo dalla tentazione di essere dei solisti perché «se uno ascoltasse solo se stesso, per quanto sublime possa essere il suo suono, non gioverà alla sinfonia – ha detto -; e lo stesso avverrebbe se una sezione dell’orchestra non ascoltasse le altre ma suonasse come se fosse da sola, come se fosse il tutto». Una sinfonia è melodiosa solo quando questa «vive della sapiente composizione dei timbri dei diversi strumenti – le parole di Francesco -. Ognuno dà il suo apporto, a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte con tutto l’insieme. La diversità è necessaria, è indispensabile. Ma ogni suono deve concorrere al disegno comune. E per questo è fondamentale l’ascolto reciproco: ogni musicista deve ascoltare gli altri». Creare quest’armonia spetta al direttore dell’orchestra che è «al servizio di questa specie di miracolo che ogni volta è l’esecuzione di una sinfonia – ha detto il Papa -. Egli deve ascoltare più di tutti gli altri e nello stesso tempo il suo compito è aiutare ciascuno e tutta l’orchestra a sviluppare al massimo la fedeltà creativa: fedeltà all’opera che si sta eseguendo, ma creativa, capace di dare un’anima a quello spartito, di farlo risuonare qui e ora in maniera unica».

Durante la celebrazione è stato letto il brano degli Atti degli apostoli in cui si racconta la discesa dello Spirito Santo nel cenacolo, che consente di parlare varie lingue. Per Bergoglio è quindi importante ricordare sempre che «prima di essere “apostoli”, sacerdoti, vescovi, cardinali, siamo “parti, medi, elamiti”. E questo dovrebbe risvegliare in noi lo stupore e la riconoscenza per aver ricevuto la grazia del Vangelo nei nostri rispettivi popoli di origine. È arrivato a noi “nelle nostre lingue”, sulle labbra e nei gesti dei nostri nonni e dei nostri genitori, dei catechisti, dei sacerdoti, dei religiosi. La fede viene trasmessa “in dialetto” dalle mamme e dalle nonne».

Al termine dell’omelia i nuovi cardinali si sono inginocchiati davanti a Francesco che ha imposto su ciascuno lo zucchetto e la berretta, ha consegnato l’anello cardinalizio e assegnato una chiesa di Roma. Alla celebrazione erano presenti 12 delegazioni ufficiali; per l’Italia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

2 ottobre 2023