I 70 anni di Baglioni, al figlio dedicò “Avrai”

La canzone fu eseguita anche a un Concerto di Natale nell’Aula Paolo VI e fu titolo di una serata-evento. Nuovo album, show a Caracalla nel 2022

Un album nuovo di zecca, il pensiero già allo show rinviato al 2022 a causa della pandemia, nessuna sosta insomma. Ieri Claudio Baglioni, romano de Roma, ha spento settanta candeline e non ha potuto farlo davanti al suo pubblico, ma l’appuntamento l’ha già dato appunto al prossimo anno – 50° anniversario di uno dei suoi più grandi successi, “Questo piccolo grande amore” – con i concerti programmati alle Terme di Caracalla per l’estate 2020 e di nuovo slittati. È solo questione di tempo, l’attesa dei fan di varie generazioni resta intatta. Intanto, ecco il suo sedicesimo album registrato in studio, dal titolo “In questa storia che è la mia”, e un’opera concerto con quasi 200 tra artisti e musicisti che andrà in diretta streaming il prossimo 2 giugno con il coinvolgimento del coro e di parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Un super-evento per i 70 anni.

La produzione musicale di Baglioni è sterminata, con oltre 60 milioni di dischi venduti, a partire dal primo singolo del 1969. Nella nostra rubrica oggi proponiamo “Avrai”, la canzone dedicata al figlio Giovanni che il cantautore romano registrò a Londra e che propose sul palco dell’Aula Paolo VI in Vaticano al Concerto di Natale del 1996, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di Torino. Nel 1982, l’anno di uscita, fu uno dei brani più venduti. “Avrai” dette il titolo anche alla serata evento che sempre l’Aula Paolo VI ospitò nel dicembre 2016 con la finalità di una raccolta fondi destinata ai bambini africani di Bangui e al Centro Italia colpito dal terremoto. La canzone, in fondo, indicava un senso di futuro, come lo stesso Baglioni aveva detto in una intervista: «“Avrai” significa stabilire una volta in più una concordia, un senso di trasmissione, sia di valori ma anche di cose che diano esperienza, tradizione, slancio per il futuro che noi pensiamo debba sempre essere la parte migliore della nostra esistenza».

17 maggio 2021