I 25 anni del Vic, accanto ai detenuti di Rebibbia
Il convegno al Bambino Gesù. Cantone (Amministrazione penitenziaria): «Le persone non sono il loro reato». Nel 2018 oltre 15mila colloqui individuali
Per poter vivere l’accoglienza in modo profondo «la dimensione più importante da sviluppare è quella dell’ascolto autentico, fatto col cuore», che non è solo «raccogliere la rete sonora di un discorso ma è inchinarsi verso l’altro con disponibilità, per cogliere il detto ma anche il non detto». Questa la consegna che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha lasciato sabato mattina, 16 novembre, ai 75 volontari del Vic (Volontari in carcere) che insieme a detenuti, ex detenuti e alloro famiglie hanno celebrato con un convegno nell’auditorium dell’Ospedale Bambino Gesù, a San Paolo, i primi 25 anni di attività dell’associazione promossa dalla Caritas di Roma e operativa negli istituti di detenzione di Rebibbia .
«L’ascolto richiede addestramento ed esercizio – ha detto ancora il porporato -: nella attuale “cultura della valanga”, è necessario scambiare la potenza del rumore con il mormorio del silenzio, per fare posto all’altro come voi fate». In particolare Francesco Moggi, presidente del Vic, ha sottolineato che «la vera sfida è trarre dalla nostra storia, dalla nostra esperienza, dalle energie dei volontari, le proposte per rendere il carcere l’ultima delle soluzioni e promuovere per chi ha sbagliato una nuova accoglienza nella società», perché «crediamo che il cambiamento sia possibile e vogliamo essere sostenitori dello sviluppo e dell’applicazione di forme alternative alla detenzione. Si tratta di un ruolo politico e lo vogliamo svolgere con le autorità, gli enti, le associazioni e i privati cittadini che condividono l’idea della giustizia riconciliativa e vogliono parlare a una sola voce a favore del reinserimento dei detenuti».
Anche Carmelo Cantone, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, ha ribadito che «le persone non sono il loro reato», auspicando che «in questi tempi fluidi, dove in politica c’è molto spazio per lo spot e la battuta ma poco per la riflessione, che è invece la chiave per risolvere i problemi, ci sia un sempre maggiore impegno da parte delle istituzioni per le questioni relative al sistema penitenziario». Sul tema, ha aggiunto Cantone, «è sicuramente più facile semplificare mentre va alimentata la dimensione della complessità, della visione più ampia» perché «il carcere non è solo violenza e degrado, è anche un mondo ricco di tante opportunità e di storie di vero cambiamento, favorite pure dalla presenza dell’associazionismo e del volontariato».
Proprio i volontari insieme ad alcuni detenuti hanno raccontato esperienze di vita all’interno e all’esterno del carcere, offrendo testimonianze di percorsi volti al recupero e al reinserimento nella società. «Queste storie – ha affermato don Sandro Spriano, presidente onorario del Vic e cappellano nel carcere di Rebibbia – dicono di persone che riconoscono l’importanza determinante dell’altro e donano al detenuto spazio e tempo nella propria casa, nelle proprie amicizie, nella propria città. Tramite l’esempio dei volontari e degli strumenti che abbiamo a disposizione, come la casa alloggio e la cooperativa e-Team per il reinserimento lavorativo, vogliamo essere portatori di buone pratiche e di idee propositive».
In questo senso, importante la sinergia creata con l’Ospedale che ha ospitato il convegno: «Dal 2011- ha spiegato Massimiliano Raponi, direttore sanitario del Bambino Gesù – il nostro nosocomio ha attivato nella casa circondariale romana un call-center per la gestione delle prenotazioni sanitarie, impegnando quindi i detenuti in questa attività. Per questo vi porto oggi non solo il saluto della presidente Mariella Enoc ma più di tutto quello delle tante famiglie che dai detenuti, coordinati dai volontari del Vic, si sono sentite in qualche modo accolte e aiutate in un momento di difficoltà ma anche di speranza».
Con all’attivo dieci centri di ascolto nei quattro istituti del complesso penitenziario romano, solo nel 2018 i volontari del Vic hanno avuto 15.125 colloqui individuali con 4.879 persone mentre i contatti con i familiari dei detenuti sono stati 2.952. Più di 1.200 le persone seguite in via continuativa con percorsi di accompagnamento verso la fine pena e 99 quelle ospitate nella casa alloggio. Ancora, sono stati distribuiti ai detenuti indigenti 1.589 pacchi con vestiti, 4,3 tonnellate di generi per l’igiene personale e 5,8 tonnellate di generi alimentari.
18 novembre 2019