Hong Kong, dai vescovi appello a moderazione e sicurezza

L’ausiliare Joseph Ha Chi-shing: «La vita è il dono più prezioso». L’arcivescovo di Tokyo Kikuchi al governo: «Non usare forza eccessiva e rispettare i diritti umani»

È del 13 novembre l’ultimo appello alla moderazione e alla sicurezza lanciato dal vescovo ausiliare di Hong Kong Joseph Ha Chi-shing a polizia e studenti, dopo che la polizia è tornata alla Chinese University per evacuare 80 studenti cinesi, trovando molte molotov. «Esorto la polizia a mantenere la moderazione», ha detto il presule. Poi rivolto ai ragazzi: «Cari studenti, mettete la vostra sicurezza al primo posto. Con tutti i cittadini di Hong Kong, sono preoccupato e addolorato per quello che sta succedendo stasera. La vita è il dono più prezioso. Niente è più prezioso della vita».

È intervenuto invece in riferimento agli arresti avvenuti nel parcheggio della parrocchia della Santa Croce, a Yiu Hing Road, l’arcivescovo di Tokyo Tarcisio Isao Kikuchi. «I nuovi recenti incidenti in Hong Kong sono abbastanza scioccanti e sono così dispiaciuto che sia stata usata tanta violenza contro i giovani manifestanti», ha detto. Quindi ha aggiunto: «Io prego il governo di Hong Kong di usare moderazione e non forza eccessiva per controllare la situazione e di rispettare i diritti umani di ciascuno».

Le proteste a Hong Kong proseguono ormai da sei mesi: inizialmente i manifestanti chiedevano il ritiro di una contestata legge sull’estradizione proposta dal governo, che apriva anche a Paesi dove non vi sono accordi di estradizione. Col passare del tempo però le persone in piazza – per lo più giovani – hanno iniziato a chiedere in generale più libertà e democrazia e una minore influenza del regime cinese negli affari di Hong Kong. Mercoledì 13 novembre, la nuova chiamata allo sciopero generale: migliaia di persone si sono ritrovate nelle strade di Central sfruttando la pausa pranzo, bloccando l’area tra Des Voeux Road Central e Pedder Street, a replicare una mossa già vista ieri. I servizi di trasporto sono tornati sotto pressione, funzionando a singhiozzo, mentre gruppi di giovani attivisti con mascherina sono tornati nelle strade. Nel pomeriggio la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che si erano radunati a Pedder Street, ai quali si erano uniti molti dipendenti degli uffici del Financial District. Molti anche i cortei spontanei.

Nella giornata di lunedì 11 novembre invece la polizia ha fatto sapere di aver eseguito 287 arresti, lanciato 255 raffiche di lacrimogeni, 204 proiettili di gomma e 96 granate “spugna”, ovvero dispositivi antisommossa come non letali. Due episodi gli episodi critici: un ragazzo di 21 anni gravemente ferito dal colpo di pistola sparato a bruciapelo da un agente nel centro della città; un uomo schierato a favore della Cina ucciso dagli attivisti nei Nuovi Territori, al culmine di una lite.

15 novembre 2019