Hilarion: relazioni tra Occidente e Russia «a un punto morto»

Il metropolita a capo del dipartimento Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca scrive al presidente Comece Hollerich: «Essenziale rinunciare alla retorica dell’ultimatum»

Il metropolita Hilarion, capo del dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, risponde alla lettera inviata l’8 marzo scorso dal cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione degli episcopati Ue (Comece), al patriarca di Mosca Kirill. E lo fa puntualizzando lo stato della situazione e dettando le condizioni per una ripresa del dialogo, per la pace. «Le relazioni tra l’Occidente e la Russia – scrive – hanno raggiunto un punto morto, a causa della perdita di mutua fiducia e della capacità di ascoltarsi reciprocamente. In questa situazione è essenziale rinunciare alla retorica dell’ultimatum, stabilire canali di dialogo e organizzare negoziazioni ufficiali e non ufficiali che possano aiutare a raggiungere una pace giusta. Come cristiani – aggiunge -, siamo chiamati a sostenere questa causa con le nostre preghiere e il nostro lavoro».

A nome dei vescovi europei, Hollerich aveva chiesto al Patriarca Kirill di rivolgere un appello «alle autorità russe affinché fermino immediatamente le ostilità contro il popolo ucraino e mostrino buona volontà per cercare una soluzione diplomatica al conflitto, basata sul dialogo». Nella sua risposta, resa nota oggi, 24 marzo, dalla Comece, Hilarion puntualizza che «la cosa più importante in questa situazione è fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurarci che i negoziati continuino e producano un risultato nel più breve tempo possibile e che le relazioni tra Occidente e Russia possano ancora avere un potenziale per il dialogo». E per il metropolita «la Comece potrebbe giocare un ruolo importante per costruire un tale dialogo, lavorando con i rappresentanti dell’Unione europea in modo da prevenire un’ulteriore escalation dell’attuale situazione e aiutare a superarla sulla base dei valori cristiani che ci uniscono tutti».

Ancora, il Patriarcato prende nota delle preghiere dei cristiani che in questi giorni si sono elevate in tutto il mondo. «È evidente – osserva Hilarion – che l’attuale conflitto non può essere risolto attraverso ulteriori comunicati pubblici, per altro già fatti in largo numero. Per otto anni, durante ogni liturgia, la Chiesa ortodossa russa ha offerto una preghiera per la cessazione del conflitto nella terra ucraina – ricorda -. Alla luce dei recenti sviluppi, una preghiera speciale per il ripristino al più presto della pace è stata inclusa nella Divina Liturgia. Chiediamo a tutti di pregare con fervore per la cessazione di ogni scontro militare tra Russia e Ucraina e che il Signore, con la sua Potenza, possa aiutare i nostri popoli a trovare di nuovo la pace e il benessere. In questi tragici giorni, i cuori dei fedeli della nostra Chiesa, che si trovano su entrambi i lati del conflitto, sono travolti dal dolore», chiosa.

In queste circostanze «è di cruciale importanza prestare aiuto ai rifugiati e a coloro che sono colpiti dalle ostilità. Il Patriarcato di Mosca e la Chiesa ortodossa ucraina, che ne fa parte, così come le diverse istituzioni della chiesa cattolica romana, sono impegnate in queste attività. Spero che questo lavoro possa continuare», aggiunge ancora il metropolita Hilarion. Quindi, da ultimo, assicura che il patriarca di Mosca Kirill sta facendo «molto per ripristinare la pace e la fiducia, lavorando duramente ogni giorno per far sì che ciò accada».

24 marzo 2022