Hati: il “no” della Conferenza dei religiosi alla violenza, «da ovunque provenga»

La nota diffusa in seguito all’uccisione del presidente Jovenel Moise, occasione per «pretendere giustizia per tutte le altre vittime in tutto il Paese»

A pochi giorni dall’uccisione del presidente Jovenel Moise, nella notte tra 6 e 7 luglio, anche la Conferenza dei religiosi e delle religiose di Haiti, in una nota firmata dal suo presidente padre Éric Jasmin, porge le sue «condoglianze ai familiari della coppia presidenziale, agli amici e alle persone care in lutto per questa perdita». Nel testo, i religiosi di Haiti si dicono «sconvolti» e chiedono che «venga svolta un’inchiesta per chiarire questo efferato crimine, in modo che tutti i colpevoli possano essere assicurati alla giustizia». Non solo: i fatti più recenti sono un’occasione, spiegano, per «pretendere giustizia per tutte le altre vittime di violenza in tutto il Paese».

Nella nota infatti si «condanna la violenza con tutte le sue forze, da ovunque essa provenga e in tutte le sue forme»; nello stesso tempo la Conferenza dei religiosi e delle religiose del Paese «rinnova la sua speranza e il suo sincero impegno nella lotta per il ristabilimento di una società più umana e fraterna, costruita sui diritti umani, dignità e riconciliazione tra tutte le figlie e i figli della nazione». A partire dai «valori del Vangelo», come «testimone privilegiato delle legittime aspirazioni del popolo haitiano». Ancora, i religiosi definiscono «caotica» la situazione del Paese. Di qui, un appello «alla coscienza dei diversi attori e di tutte le forze della nazione», nella prospettiva di «un vero risveglio nazionale», per «intraprendere finalmente la strada del cambiamento, della democrazia e del progresso».

13 luglio 2021