Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres non ha fatto mancare il suo messaggio in videoconferenza ai leader delle Nazioni Unite e dell’Unione europea riuniti a Bruxelles per la conferenza a “Sostegno del futuro della Siria e della Regione”, insieme agli alti funzionari di oltre 85 Paesi. Guterres ha esordito con l’elenco drammatico degli effetti del conflitto siriano, giunto al suo ottavo anno: più di 13 milioni di persone che vivono in condizioni disperate, esposte a continue violenze e violazioni persistenti del diritto internazionale; circa 5,6 milioni di sfollati, ospitati nei Paesi limitrofi e senza alcuna certezza sul rientro, attacchi a strutture mediche e operatori sanitari.

Guterres si è dichiarato «particolarmente turbato per l’uso segnalato di armi chimiche e nel vedere presi di mira civili e infrastrutture pubbliche, mentre milioni di bambini non hanno mai conosciuto la pace e sono stati privati ​​del diritto all’istruzione e ​​della possibilità di contribuire a un futuro migliore per il loro Paese». Quindi, riferito alle 700mila persone sfollate dall’inizio dell’anno e alle violenze nelle zone orientali di Ghouta, Afrin e Idleb, ha parlato di «abissi di depravazione». Nelle sue parole, una particolare attenzione per il personale umanitario, «per la maggior parte siriano, che lavora instancabilmente e coraggiosamente per salvare vite umane». A loro anzitutto, secondo il segretario generale Onu, deve andare una dimostrazione di sostegno da parte della comunità internazionale; quindi ha ricordato che il recente ritiro del Consiglio di sicurezza in Svezia ha garantito un forte impegno per superare gli ostacoli che impediscono gli aiuti umanitari a tutti i siriani.

«Continuerò a impegnarmi con gli Stati membri – è la conclusione di Guterres – per trovare nuovi modi per compiere progressi reali verso una soluzione politica autentica e credibile che soddisfi le aspirazioni del popolo siriano alla dignità e alla libertà». L’auspicio è che si arrivi alla creazione di «uno Stato democratico e non settario basato sul pluralismo politico e sulla parità di cittadinanza indipendentemente dalla religione, dall’etnia e dal genere». L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura, ha assicurato il segretario generale, sarà presente per garantire che si ritorni ai tavoli delle trattative.

26 aprile 2018