Guterres (Onu): mettere fine alla guerra in Siria, «nostra responsabilità collettiva»

Il video messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite alla V Conferenza dedicata al futuro del Paese, a Bruxelles. Il ricordo dei 10 anni di conflitto

Dieci anni di guerra, centinaia di migliaia di civili uccisi e milioni di feriti, oltre ai tanti «assediati e ridotti alla fame, torturati, detenuti illegalmente, fatti scomparire». Nel video messaggio inviato ieri, 30 marzo, alla V Conferenza “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, in corso a Bruxelles, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha fatto un bilancio della situazione, guardando al futuro. «Questa guerra – ha ammonito – non è solamente la guerra della Siria. Mettere fine alla guerra e alla tremenda sofferenza che continua a causare è la nostra responsabilità collettiva».

In Siria, ha denunciato Guterres, «più della metà della popolazione è stata costretta ad abbandonare le proprie abitazioni. Metà dei bimbi siriani sono nati in stato di guerra e non conoscono nient’altro. Più di due milioni di loro sono rifugiati. Questi bimbi portano con sé ferite che resteranno indelebili per tutta la loro vita. E le cose, anziché migliorare, stanno peggiorando». A dimostrazione, il segretario generale Onu ha citato i numeri: «Più di tredici milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere quest’anno. Si tratta di oltre il 20% in più dello scorso anno, e la maggioranza della popolazione è ora alle prese con la fame. Altri 10,5 milioni di persone – rifugiati siriani e quanti danno loro ospitalità – necessitano di un supporto in tutta la regione».

Guterres ha parlato di «economia distrutta» e l’impatto del Covid-19 ha ulteriormente peggiorato le cose. «Quasi la metà di tutte le famiglie ha perso la propria fonte di reddito. Nove siriani su dieci vivono in povertà. Per molti, l’aiuto umanitario e la protezione portata dalle agenzie delle Nazioni Unite e dai nostri partner umanitari è l’unica fonte di sopravvivenza». Ogni mese, ha riferito il segretario generale, «i cooperanti portano aiuto a 7,6 milioni di persone in Siria, anche attraverso operazioni transfrontaliere e sulla linea del fronte. Ciò è solo possibile grazie allo straordinario impegno e alla costanza dei lavoratori umanitari e sanitari sulle linee del fronte. Essi sono in gran parte siriani che hanno sperimentato sulla propria pelle la sofferenza del conflitto. Sottoposti a sfide estreme, migliaia di loro sono stati uccisi, mutilati, arrestati e rapiti dallo scoppio del conflitto».

Nelle parole di Guterres, la consapevolezza che dopo 10 annidi guerra «molti siriani hanno perso fiducia nella possibilità che la comunità internazionale possa aiutarli a definire un cammino che li porti fuori dal conflitto. Sono convinto che ancora possiamo, insieme alle stesse parti siriane – ha concluso -. Saremo instancabili nella nostra ricerca di un accordo politico negoziato in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254».

31 marzo 2021