Guerra Ucraina – Russia: liberati i due sacerdoti greco-cattolici ucraini

Erano stati arrestati il 16 novembre 2022. Il 28 giugno la notizia del nunzio Kulbokas al Sir: «Sono stati liberati». L’arcivescovo maggiore Shevchuk: «Gratitudine al Papa»

La notizia è arrivata venerdì scorso, 28 giugno, all’agenzia Sir dal nunzio apostolico a Kiev Visvaldas Kulbokas: «Sono stati liberati». Lo aveva già comunicato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: nell’ambito di un ulteriore scambio di prigionieri, sono stati liberati dalla prigionia russa i due sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina, padri della congregazione del Santissimo Redentore, Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta, catturati a Berdyansk il 16 novembre 2022 per «aver resistito agli occupanti». Ora «sono tutti liberi e sono in Ucraina – ha scritto il leader di Kiev -. Sono grato a tutti coloro che hanno aiutato. Ringrazio la nostra squadra che lavora per liberare i prigionieri. Vorrei anche riconoscere gli sforzi della Santa Sede per riportare a casa queste persone. Libereremo sicuramente tutto il nostro popolo».

Anche dall’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, «sincera gratitudine alla Santa Sede per la liberazione dei sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina». Il primate, informa la Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) in una nota, ha rivolto «un ringraziamento speciale a Papa Francesco, al cardinale Pietro Parolin e all’intero corpo diplomatico del Vaticano. Un ringraziamento particolare – si legge ancora nel testo – è stato indirizzato al cardinale Matteo Zuppi e all’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina, per la loro mediazione. Ciascuno di loro ha dato un inestimabile contributo personale affinché questo evento diventasse realtà».

Per un lungo periodo, non si erano avute notizie dei due padri che dall’invasione russa, nel febbraio 2022, avevano scelto di rimanere con la loro comunità nei territori temporaneamente occupati. Dopo il loro arresto, riferiscono dall’Ugcc, «per la formulazione delle accuse, nella chiesa sono stati collocati oggetti militari per incriminarli di possesso illegale di armi. Giungevano segnalazioni che riportavano quanto i due sacerdoti venivano torturati senza pietà per estorcere confessioni di crimini mai commessi. Per un lungo periodo, non si hanno avuto notizie dei prigionieri. Recentemente, nel mese di maggio, Sua Beatitudine Sviatoslav ha ricevuto la conferma che i reverendi Ivan e Bohdan sono ancora in vita e che ci sono speranze concrete per la loro liberazione. Finalmente, il 28 giugno è giunto il giorno della loro liberazione».

È proprio l’arcivescovo maggiore di Kiev a dare voce alla «sincera gratitudine» per «tutti coloro che hanno fatto tutto il possibile affinché questo giorno, questo momento tanto atteso arrivasse. A nome mio e a nome di tutta la nostra Chiesa – le sue parole -, vorrei esprimere la mia gratitudine al Santo Padre, Papa Francesco, che ha contribuito personalmente alla liberazione dei nostri sacerdoti-redentoristi Bohdan e Ivan. Nonostante i grandi ostacoli, dato che la loro prigionia è durata più di un anno e mezzo, gli sforzi della diplomazia vaticana hanno conseguito un risultato vittorioso».

Il grazie del presule è anche per «tutti i fedeli della nostra Chiesa, i milioni di ucraini che hanno pregato per la salvezza e la liberazione dei nostri sacerdoti. Oggi – ha ricordato -, più di 28mila civili ucraini sono prigionieri in Russia. Si tratta di giornalisti, medici, funzionari del governo autonomo locale, membri del clero e figure culturali, tutti coloro che sono considerati dai russi come espressioni pericolose dell’identità ucraina. Ora dobbiamo tutti impegnarci nella lotta per ottenere il rilascio di tutti i prigionieri ucraini, inclusi i civili – ha concluso -, poiché la loro detenzione viola qualsiasi norma internazionale, prassi di conduzione della guerra e il diritto internazionale in quanto tale».

1° luglio 2024