Guerra in Ucraina: una “cordata internazionale” per la ricostruzione

La presidente della Commissione Ue Von der Leyen: «L’Europa si muove». Il RePowerEu, per «ridurre il più rapidamente possibile la nostra dipendenza energetica dalla Russia»

Dalla Commissione europea un piano in tre fasi per affrontare l’emergenza della guerra, misurarsi con la sicurezza del continente e guardare oltre gli eventi bellici, quando si aprirà il campo per la ricostruzione dell’Ucraina. La presidente Ursula von der Leyen lo ha illustrato questa mattina, 18 maggio, da Bruxelles. Anzitutto, RePowerEu, per rendere l’Unione europea energeticamente indipendente dalla Russia; quindi un piano per la ricostruzione dell’Ucraina; da ultimo, un fondo Ue27 per la sicurezza e la difesa. «Da quasi tre mesi la Russia sta conducendo una guerra brutale contro l’Ucraina. E minaccia tutti coloro che sostengono l’Ucraina nella sua legittima difesa – le parole di Von der Leyen -. La guerra di Putin pone sfide fondamentali alla nostra Unione. Pertanto, le proposte odierne del Collegio dei commissari riguardano la sicurezza energetica dell’approvvigionamento, la difesa e la nostra vicina Ucraina».

La crisi in Ucraina, ha rilevato ancora la presidente dell’esecutivo comunitario, «sta sconvolgendo il mercato energetico globale. Mostra quanto dipendiamo dai combustibili fossili importati. E quanto siamo vulnerabili nel fare affidamento sulla Russia per importare i nostri combustibili fossili. Ora – ha detto – dobbiamo ridurre il più rapidamente possibile la nostra dipendenza energetica dalla Russia». Questo l’obiettivo del piano RePowerEu. «Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: dal lato della domanda, con il risparmio energetico; dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia di combustibili fossili; e accelerando la transizione verso l’energia pulita», ha spiegato Von der Leyen. La strada è quella già intrapresa con il Green Deal europeo – «un progetto ambizioso» – ma «oggi stiamo portando la nostra ambizione a un altro livello, per assicurarci di diventare indipendenti dai combustibili fossili russi il più rapidamente possibile».

RePowerEu, insomma, «ci aiuterà a risparmiare più energia, accelerare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e avviare investimenti su una nuova scala». La presidente ha poi elencato una serie di iniziative per «aumentare e accelerare la transizione verso l’energia pulita». Ad esempio, proponendo «un obbligo di copertura solare per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029». Un obiettivo, questo, «ambizioso ma realistico». E sul terreno dell’indipendenza energetica, l’Unione europea intende muoversi all’unisono, anche se non mancano distinzioni. «I 27 leader di governo dell’Ue hanno deciso di istituire una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, gas liquefatto e idrogeno – ha riferito la presidente della Commissione -. Come parte del nostro piano RePowerEu, proponiamo una via operativa da seguire, con un meccanismo di appalto congiunto e una sensibilizzazione comune ai Paesi fornitori. In questo modo possiamo garantire le importazioni di energia di cui abbiamo bisogno senza concorrenza tra i nostri Stati membri».

Saranno mobilitati per questo «quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 miliardi in sovvenzioni e 225 miliardi in prestiti. Ciò includerà alcuni finanziamenti – fino a 10 miliardi di euro – nei collegamenti mancanti per il gas e il gnl in modo che nessuno Stato membro rimanga senza rifornimenti. E fino a 2 miliardi di euro per le infrastrutture petrolifere in vista dell’interruzione delle spedizioni di petrolio russo». Significativi anche gli stanziamenti annunciati per la difesa: 200 miliardi di euro. «Dobbiamo assicurarci che questo denaro venga speso in modo coordinato, che colmi le lacune di capacità individuate dall’Europa sia dall’Ue che dalla Nato. E che rafforzi la nostra base industriale europea della difesa a lungo termine».

Nelle dichiarazioni di Von der Leyen anche il tema della ricostruzione post bellica dell’Ucraina, al momento «in prima linea e difende i valori europei. Continueremo ad essere al loro fianco durante questa guerra e quando ricostruiranno il loro Paese», ha assicurato. Per questo, «proponiamo di integrare gli importanti aiuti a breve termine finora forniti con una nuova assistenza macrofinanziaria eccezionale per l’Ucraina fino a 9 miliardi di euro nel 2022». L’Ue, nell’analisi della presidente della Commissione, ha una responsabilità e un interesse strategico «nel guidare lo sforzo di ricostruzione», che dovrebbe «combinare gli investimenti con le riforme», per un piano «a prova di futuro, che riflette pienamente le esigenze individuate dall’Ucraina». Previste riforme chiave in settori quali la lotta alla corruzione, la capacità amministrativa, lo stato di diritto e l’indipendenza della magistratura, oltre a un saldo ancoraggio «alle transizioni verde e digitale e ai valori europei fondamentali».

Ma l’Ue non dovrebbe essere l’unica a contribuire a questo sforzo. Da qui un piano per la ricostruzione che riunisca gli Stati membri dell’Ue, altri donatori bilaterali o internazionali, istituzioni finanziarie internazionali. «L’obiettivo di questa piattaforma sarebbe quello di concordare la direzione di marcia e di garantire la massima sinergia di tutti gli sforzi – ha concluso Von der Leyen -. Questi investimenti aiuteranno l’Ucraina ad emergere più forte e più resiliente dalla devastazione causata dai soldati di Putin. Oggi è un’altra pietra miliare nel nostro cammino verso un’Europa più grande».

18 maggio 2022